Dialoghi di fantasmi. All'annuncio di un ritorno di Romano Prodi, uno degli attori della sinistra che intravediamo sul fondo, sfuocato, riconoscendolo a mala pena, esterna: «Prodi torna come in una seduta spiritica, ma quel mondo è finito». Il vecchio attore, che ha fatto storia e poi cronaca famigliare, è Nichi Vendola. La sua vicenda di allora assomiglia a quella di oggi di Alessandro Di Battista. Un ritorno al privato, alla lettura, alla scrittura, agli affetti famigliari. Vendola è come quelle attrici che hanno rinunciato alla carriera per sposarsi o per coltivare i propri sentimenti. Come Sandra Milo, che interruppe la sua attività cinematografica in favore della famiglia. Nichi Vendola ha deciso, non silenziosamente, di ritirarsi dalla politica senza avere né lasciare rimpianti. Ha dichiarato di sé e di suo marito: «Non vogliamo fare i testimonial di una battaglia di civiltà, ma soltanto poter vivere in pace. Meglio tornare a ottomila chilometri dall'Italia in questa casetta piccolina in Canada». E ancora: «Non permetteremo che il corpo di nostro figlio diventi una bandiera dei diritti civili». La sua attività politica è stata varia e compiuta con ampie soddisfazioni e poteva sembrare definitivamente chiusa.
Ritrovarlo oggi nella «nuova» sinistra, con i giovani Speranza, Civati, Cuperlo e Fratoianni, induce a una sola osservazione: «Vendola torna come in una seduta spiritica, ma quel mondo è finito». La stessa che lui ha indirizzato a Prodi.
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