Il fantasma dell'Unione Europea

Passano ore in cui la nazione più grande del mondo, in quanto ad estensione territoriale, la Russia, rischia di precipitare in una guerra civile, proprio nel senso classico, greco e romano, del termine

Il fantasma dell'Unione Europea
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Passano ore in cui la nazione più grande del mondo, in quanto ad estensione territoriale, la Russia, rischia di precipitare in una guerra civile, proprio nel senso classico, greco e romano, del termine: esercito contro esercito.

Metti poi che questa nazione-continente pulluli di testate atomiche, che potrebbero essere utilizzate da uno dei contendenti o da entrambi. Aggiungi poi il piccolo particolare che questa guerra civile non rischia di esplodere al di là di un oceano ma a pochi chilometri da casa tua, anzi direttamente alle tue frontiere, visto che Paesi Baltici e Finlandia confinano direttamente con la Russia. Allora tu, Unione Europea, che ti pensi e ti pretendi una comunità non solo di destino ma politica, dovresti cercare almeno di esprimerti. Invece nulla, il silenzio più totale o qualche tweet di circostanza.

Lasci piuttosto che parli e che agisca per te il tuo storico (almeno dal 1945) lord protettore: gli Stati Uniti. Che ti suggeriscono di non dire nulla, sa da giorni del possibile colpo di Stato, e forse ha esercitato un qualche ruolo nella mediazione che ha evitato lo scontro. Alla fine della giornata, ma solo alla fine, Washington comunica di aver tenuto informata non l'Unione Europea, ma solo tre Paesi della Nato, di cui uno fuori dalla Ue, cioè il Regno Unito, Francia e Germania.

La Ue? Non solo non possiede un numero di telefono , secondo la storica battuta di Kissinger, ma è proprio vacante, quando dall'amministrazione e dalla piccola politica si passa alla Politica, con la P maiuscola, cioè quella internazionale. Chiariamoci: Biden e gli Usa hanno mille volte ragione, e ringraziamo Dio, o gli Dei, o il Destino, che ci siano loro a proteggerci, nel 1945 come oggi. Diremmo anche di più: se al posto di Biden alla Casa Bianca avesse alloggiato un Trump o un qualsiasi repubblicano isolazionista, Kiev sarebbe stata divorata in un boccone, tra il silenzio-assenso di Francia e soprattutto Germania. Le quali avevano fatto a gara, rivaleggiando negli anni, su chi fosse più vicino a Putin. Gli Usa fanno dunque benissimo a trattare gli Stati della Ue con sufficienza, perché è questo che si meritano.

Alcune domande però sorgono spontanee: come si concilia la potenza economica indubbia del mercato Ue e la prosopopea sulla «civiltà europea» con un nanismo politico e con una assenza di comunione strategica di tal fatta? Fin quando gli Stati Uniti continueranno a dover proteggere l'Europa? Come stanno facendo ora, perché quella in Ucraina è prima di tutto una guerra di Putin contro la Ue.

E quando questa si deciderà a contribuire più seriamente alla propria difesa, imponendo ai suoi Stati di alzare le spese militari e iniziando a costruire un esercito comune? Tutte domande che risuonavano senza risposte nel silenzio di sabato.

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