Coronavirus

Fase 2, R0 e terapie intensive: i criteri chiave per le chiusure

Sono questi i due indici che saranno monitorati: se la curva epidemica tornerà a salire, le Regioni e il governo prenderanno nuovi provvedimenti di contenimento

La cura di un paziente infetto (La Presse)
La cura di un paziente infetto (La Presse)

Il 4 maggio non sarà un "liberi tutti". Dal premier Giuseppe Conte agli esperti dell'Iss in molti lo hanno ripetuto più volte negli ultimi giorni. Nella fase 2 il Paese inizierà a riaprire come previsto dal nuovo Dpcm, ma bisognerà tenere sempre sotto controllo la curva epidemiologica senza farsi trovare impreparati nel caso in cui si alzasse di nuovo. Appena i numeri torneranno a salire, Regioni e governo prenderanno provvedimenti di contenimento. "Allentiamo il lockdown ma le Regioni dovranno illustrarci i dati sulla curva del contagio e la situazione degli ospedali", ha dichiarato il premier in conferenza stampa. "A tre giorni dall'adozione di questo decreto il ministro Speranza indicherà le 'soglie' sentinella per intervenire sulle situazioni critiche e per chiudere il 'rubinetto'. Non ci possiamo permettere una nuova ondata".

Ogni venerdì, come spiega il Corriere, sarà misurato l'indice di contagio R0 in ogni regione e sarà monitorata la capacità delle strutture sanitarie di accogliere nuovi pazienti. Queste valutazioni continueranno anche nelle settimane successive per assicurarsi che il virus non torni a diffondersi nel Paese. L'indice R0, il numero di persone contagiate in media da un singolo infetto, sarà quindi la bussola per la fase 2, unito alla capacità del sistema sanitario di far fronte a eventuali aumenti nel numero di contagi. In particolare, se R0 aumenterà con la riapertura delle attività seguiranno nuove misure di contenimento per riportarlo sotto la soglia. Pochi giorni fa, dall'Iss avevano spiegato che l'indice di contagio si trova ora sotto 1 in tutta Italia (si attesta tra 0,2 e 0,7) ma senza cautela R0 può risalire facilmente. Per questo bisognerà agire con prudenza. Se non venissero rispettate le misure di distanziamento sociale e si riaprisse il Paese senza cautela "l'indice di R0 tornerebbe a salire sopra la soglia di 1 in due, massimo tre settimane", aveva avvertito il professor Silvio Brusaferro, direttore dell'Iss.

Oltre all'indice di contagio, che dovrebbe abbassarsi sempre più fino a toccare lo zero, si dovranno tenere sotto controllo anche i numeri relativi alle terapie intensive di tutta Italia. Come ricorda il Corriere, la lunga incubazione del virus cinese fa sì che gli ingressi in terapia intensiva seguano di giorni il momento del contagio e che un'impennata di ricoveri possa durare a lungo. "Possiamo pensare a riaprire quando avremo almeno il 50% dei posti liberi in terapia intensiva", ha spiegato il biologo Enrico Bucci. È ncessario quindi monitorare in modo costante la capacità del sistema sanitario di far fronte a eventuali aumenti nel numero di contagi. "Abbiamo raggiunto un risultato importantissimo - ha dichiarato Franco Locatelli, presidente del Css a Mezz'ora in più su Rai3 -. Ora dobbiamo cercare di mantenere il più basso possibile il rischio ed evitare un nuovo aumento di contagi, tenendo sempre in primo piano il numero dei pazienti in terapia intensiva. Per quanto siamo migliorati, non siamo fuori da questa tempesta.

Bisognerà continuare con le misure di distanziamento sociale e le altre misure che hanno dato risultati concreti nella lotta al virus".

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