Fedez, Celentano e Jovanotti con Cucchi per attaccare lo Stato

Il Molleggiato tuona contro i giudici ignavi. Il rapper attacca: "Certe stronzate non ce le beviamo". E Lorenzo Cherubini se la prende con la polizia. E su Twitter parte la campagna virale di #vialadivisa

Fedez, Celentano e Jovanotti con Cucchi per attaccare lo Stato

"Abbiamo vinto, Stefano. Hanno perso loro. Non noi. Non ci siamo arresi ed abbiamo vinto. Sono loro ad aver perso. Loro che non sono nemmeno capaci di dirci chi è stato a ridurti così. La giustizia non è per te. Non è per noi. Ma oramai tutti sanno e tutti hanno capito. Abbiamo vinto". Ilaria Cucchi affida a Facebook il proprio dolore per la sentenza d'Appello sulla tragica morte del fratello Stefano. Oggi è stata a piazzale Clodio dove ha incontrato il procuratore capo di Roma Giuseppe Pignatone che ieri si è detto "disponibile a riaprire le indagini" se ci fossero le condizioni. "Si è impegnato a rivedere tutti gli atti sin dall’inizio".

Dopo il rapper Fedez, che nei giorni scorsi aveva twittato contro la Corte d'Appello ("Cucchi morto disidratato? Noi moriamo disidratati: certe stronzate non ce le beviamo. L'ingiustizia è uguale per tutti"), si allunga la lista di chi si schiera a fianco della famiglia Cucchi. Immancabile Magistratura democratica che parla di una "sconfitta" per lo Stato, per le forze dell’ordine, per il sistema penitenziario, per il Servizio sanitario nazionale, per il sistema giudiziario nel suo complesso. "Cinque anni e due gradi di giudizio non hanno consentito di accertare responsabilità penali - hanno scritto i togati di Md - eppure è stato provato in giudizio che egli fu vittima di violenza mentre si trovava in stato di arresto". Stessi toni dal blog di Adriano Celentano che chiede provocatoriamente: "Ciao Stefano! Hai capito adesso in che mondo vivevi?". "Certo dove sei ora è tutta un’altra cosa - si legge sul blog - l'aria che respiri ha finalmente un sapore. Quel sapore di aria pura che non ha niente a che vedere con quella maleodorante che respiravi qui sulla terra". Il molleggiato se la prende con i giudici "ignavi" che, parafrasando Dante, paragona ad "anime senza lode e senza infamia e proprio perché non si schierano né dalla parte del bene né da quella del male sono i più pericolosi".

"A me Stefano Cucchi sembra di conoscerlo. Questa famiglia potrebbe essere la mia, e la famiglia di tantissima gente, per questo ci si sta male, per questo è da ieri che se ne parla, si cerca di capire, ci si commuove e ci si arrabbia, e ci si vorrebbe stringere a questa famiglia". Lorenzo Cherubini, in arte Jovanotti, interviene da New York, dove sta lavorando al suo nuovo album, per attaccare le forze dell'ordine. "Quando la polizia prende il consegna un cittadino disarmato, lo arresta, in base al diritto democratico quella persona deve potersi sentire totalmente al sicuro anche nel caso più estremo, anche se fosse il peggiore dei fuorilegge - scrive il cantante su Facebook - è una cosa ovvia, la cosa più ovvia, la base stessa di una democrazia. Tocchi questa cosa e salta tutto per aria". Intanto su Twitter è partita l'immancabile campagna virale. A questo giro l'hashtag è #vialadivisa. Decine di utenti stanno postando in queste ore la propria immagine con un cartello: "A uccidere Stefano sono stato io". Una provocazione contro la magistratura, che non ha ancora trovato i responsabili della morte, e i sindacati di polizia che hanno difeso l'innocenza degli agenti coinvolti nell'inchiesta.

Il sindacato della polizia penitenziaria (Sappe) ha depositato a Roma una querela nei confronti di Ilaria Cucchi. Il segretario generale Donato Capece ha accusato Ilaria Cucchi di "voler istigare all’odio e al sospetto" nei confronti del comparto sicurezza "con particolare riferimento a chi, per espressa attribuzione di legge, si occupa della custodia di soggetti in stato di arresto o detenzione".

"Questo non lo possiamo accettare - ha spiegato Capece - abbiamo deciso di adire le vie legali nei confronti della signora Cucchi a difesa dell’onore e del decoro della polizia penitenziaria".

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