Cronache

Il party su Sea Watch: cosa fanno i migranti

Migrant Rescue Watch ha mostrato su Twitter le immagini di un video girato a bordo di Sea Watch 4 dove i migranti improvvisano una festa e sembrano "promuovere" i propri scafisti

Il party su Sea Watch: cosa fanno i migranti

Tra richieste di sbarco immediato e danze improvvisate degli stessi migranti a bordo. È l'inedito doppio volto della situazione all'interno della nave Sea Watch 4, su cui sono salite più di 300 persone nei giorni scorsi. Da un lato l'Ong tedesca rimarca la necessità di trovare un porto per via di condizioni poco sicure, dall'altro però in un video diffuso sui social si notano i migranti improvvisare una vera e propria festa.

Un dettaglio quest'ultimo che, secondo il network Migrant Rescue Watch, il quale monitora le attività delle Ong, non è da trascurare. Perché, al di là delle danze improvvise sul ponte, il video sembra avere una finalità promozionale per le traversate del Mediterraneo.

Gli appelli di Sea Watch

Sea Watch sta ricorrendo a singole interviste per spronare le autorità italiane a dare il definitiva via libera allo sbarco della nave Sea Watch 4 in uno dei nostri porti. Sulla pagina Twitter dell'Ong tedesca, vengono mostrati i volti di alcuni migranti e nella didascalia sono riportate alcune loro dichiarazioni.

Siamo più di 300 ad aspettare il permesso delle autorità italiane per sbarcare – si legge in una didascalia su una foto che mostra il volto un migrante di origine nordafricana – tra cui donne e bambini. Abbiamo bisogno di sbarcare, cerchiamo una vita migliore. Ci auguriamo che le autorità italiane ci rispondano presto”.

In un altro post a parlare invece è un attivista italiano di Sea Watch, il quale ha denunciato omissioni di soccorso da parte dei governi europei e ha quindi chiesto di avere al più presto un porto sicuro.

“La nostra nave non è un ospedale – è scritto poi nella didascalia a corredo del video – le persone a bordo hanno diritto di sbarcare in un porto sicuro”.

In effetti alcune situazioni di emergenza ci sono state. Tanto che la nostra Guardia Costiera è intervenuta quando Sea Watch 4 si è portata a largo di Licata, nell'agrigentino. I militari hanno fatto evacuare otto persone per motivi medici, tra cui una donna in dolce attesa e due neonati di sette e cinque mesi. Al momento però nessun via libera allo sbarco di tutti i migranti.

La festa a bordo

A fare da contraltare alla situazione descritta da Sea Watch è il video pubblicato sul canale Twitter di Migrant Rescue Watch. Le immagini sono state inserite sul social il 22 giugno. Si notano persone sdraiate per terra, forse alcune stavano riposando oppure erano debilitate dalla traversata. Un gruppo di migranti però, noncurante di loro, inizia a urlare e ballare.

Parlano e cantano in arabo, dai tratti somatici sembrano essere nordafricani e non subsahariani, come la maggior parte dei migranti che solitamente sbarcano dalle navi Ong. La nave è la Sea Watch 4 e la si riconosce perché a un certo punto, al minuto 1:36, chi riprende la festa improvvisata si dirige verso la parte del ponte dove è situata una zattera di salvataggio con le insegne dell'Ong tedesca.

È lo stesso migrante, che per qualche secondo gira le videocamera verso di sé riprendendosi in volto, a dire di essere a bordo della nave e indica con le mani la direzione. “Verso lì c'è la Sicilia – commenta di sottofondo in arabo – dall'altra parte c'è Lampedusa”. Poi dirige la mano verso il basso e spiega che all'interno del mezzo ci sono migranti di diverse etnie. “Sono presenti persone del Bangladesh – dichiara – del Mali, del Ciad, del Cameroun, della Costa d'Avorio”.

Un video “promozionale”

Il migrante che riprende la festa a bordo e che illustra la situazione all'interno di Sea Watch 4, sembra voler quasi fare promozione. Un modo per far vedere condizioni di sicurezza adeguate per affrontare la traversata. Il video di certo verrà visto dai migranti ancora presenti in Libia. E i trafficanti potrebbero usarlo per richiamare verso il loro illecito business di esseri umani sempre più persone.

È questo il principale sospetto denunciato dalla pagina di Migrant Rescue Watch. Nella didascalia del video viene infatti fatto riferimento a un trafficante di nome Abu Yassin. “Ancora una volta – scrivono gli amministratori della pagina di Migrant Rescue Watch – Un altro contrabbandiere di esseri umani in Libia, "Abu Yassin" alias "Zouari", conferma in un post di Facebook una consegna riuscita dei suoi "clienti" alla nave tedesca SeaWatch4”.

Il network mostra poi in un altro post quella che sembra essere la pagina Facebook di Abu Yassin in cui, tra le altre cose, nella foto copertina compare una foto della nave Sea Watch 4. “Pur essendo ancora a bordo – commentano ancora gli amministratori di Migrant Rescue Watch – i migranti hanno la possibilità di usare i social e fare pubblicità ai contrabbandieri grazie al Wifi gratuito fornito dall'Ong”.

Da Sea Watch non trapelano al momento commenti in merito. L'accusa lanciata dal network appare grave: le Ong costituirebbero, anche indirettamente, uno strumento di promozione per i trafficanti.

Un modo cioè per invogliare più gente a intraprendere pericolose traversate.

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