Coronavirus

"Fiammifero nel serbatoio di benzina. La curva? Sarà peggio che a ottobre"

Secondo Roberto Battiston, professore di fisica all'Università di Treno, la curva dei contagi continuerà a crescere per altre quattro settimane

"Fiammifero nel serbatoio di benzina. La curva? Sarà peggio che a ottobre"

"Per almeno 4 settimane la curva continuerà a crescere". Ne è certo Roberto Battiston, professore di fisica all'Università di Trento che da mesi studia l'andamento della epidemia. "Bisogna essere rapidi con gli interventi o sarà peggio che a ottobre", afferma nel corso di un'intervista rilasciata alle colonne del quotidiano La Repubblica.

I contagi

La curva epidemiologica continua ad impennarsi. L'ultimo bollettino (28 febbraio) riferisce di 17.455 nuovi casi su circa 257.024 tamponi (antigenici e molecolari) effettuati. Un dato decisamente allarmante che apre a uno scenario di "epidemia fuori controllo", così come lo era stato nel marzo del 2020 e lo scorso autunno. "Allora però avevamo una serie di frecce al nostro arco per piegare la curva e riportarla a valori accettabili, cosa avvenuta ai primi di dicembre", chiarisce l'esperto. Le ormai note "regole d'oro" per agirnare i contagi (distanziamento sociale e mascherine) potrebbero non essere più sufficienti a contenere l'ondata ingenerata dalle varianti del virus originario. "Stiamo già usando tutti gli strumenti a disposizione: mascherine, distanziamento, vaccini, immunità di gregge di chi si è già ammalato. - prosegue il professore - Però abbiamo di fronte le varianti, molto più aggressive del virus ordinario, che stanno diventando le forme più diffuse".

L'indice Rt e le Regioni ad alto rischio

L'indice Rt resta il parametro imprescindibile per misurare il tasso di contagiosità delle nuove mutazioni tra la popolazione. "Il fiammifero è l'Rt: se supera 1, come avviene in tante zone, l'epidemia ha un serbatoio di carburante enorme", spiega Battiston. In ben 20 Regioni è già scattato l'allarme: "Quelle in condizioni più gravi sono una ventina, altrettante stanno peggiorando. Nel primo gruppo ci sono Pescara, Chieti, Matera, Salerno, Imperia, Bergamo, Brescia, Ancona, Ascoli, Campobasso, Monza, Trento e buona parte della Toscana. Tra le zone che peggiorano ci sono il comune di Napoli, il Piemonte, alcune province del Friuli, Frosinone, e province lombarde come Como e Cremona. Va sottolineato che tre settimane fa in condizioni critiche c'erano solo la provincia di Perugia e quella di Bolzano". Dunque, l'Rt sembrerebbe essere una sorta di bomba ad orologeria, pronta ad esplodere da un momento all'altro."Visti i tempi di intervento e reazione, - continua l'esperto - Visti i tempi di intervento e reazione".

Le misure di contenimento

Per incrinare la curva dell'epidemia non resta altro che affidarsi alle misure di contenimento già sperimentate in questi mesi purché, però, gli interventi siano tempestivi. "Rapidità", è la parola d'ordine. "Occorrono delle restrizioni dure, lockdown, - dice Battiston - ma va trovato un percorso meno impattante. Invece di chiudere tutto per un tempo lungo, magari decidendo tra una settimana, sarebbe meglio scegliere interventi pesanti ma rapidi e in zone limitate, come si è incominciato a fare in alcune regioni. In Toscana, che ha un indice intorno a 1,2 -1,3 in quasi tutte le province, bisognerebbe intervenire subito, in novembre ha funzionato benissimo". L'Istituto superiore di sanità misura l'impatto dell'infenzione con dieci giorni di ritardo rispetto al numero di contagi giornalieri. "Sono troppi, soprattutto ora.

-conclude l'esperto - E infatti le Regioni stanno intervenendo da sole".

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