Coronavirus

Tre in arancione, due in rossa: le Regioni cambiano colore

Il report Iss-Ministero della Salute rivela i dati settimanali: cinque Regioni a rischio alto, Lombardia , Piemonte e Marche zona arancione

Tre in arancione, due in rossa: le Regioni cambiano colore

La cartina a colori dell'Italia cambia. Sulla base dell'aggiornamento settimanale dell'andamento epidemiologico effettuato dalla Cabina di regia Ministero della Salute-Iss, i colori delle Regioni italiane subiranno una variazione, a partire da lunedì 1 marzo. Già nel pomeriggio, Lombardia, Marche e Piemonte sembravano avviarsi verso la zona arancione, mentre la Basilicata verso la fascia rossa. In serata, poi, il ministro della Salute Roberto Speranza ha firmato le diverse ordinanze.

"Da lunedì prossimo, 1 marzo, la Lombardia sarà in fascia arancione", ha annunciato il presidente della Regione Attilio Fontana, prendendo atto del provvedimento. "Ma è arrivato il momento- ha aggiunto- che i tecnici e gli scienziati studino e poi ci dicano in modo chiaro e definito come superare questo stillicidio settimanale attraverso regole stabili e sicure. Le informazioni scientificheormai ci sono. I cittadini e le imprese devono essere garantiti nella vita quotidiana con un orizzonte più lungo della verifica settimanale. Hanno necessità di programmare e avere maggiori certezze. Il nuovo Governo può dare un importante segnale di discontinuità su questo tema e - sono certo - avrà al suo fianco le regioni". Stesso destino anche per le Marche, dove il governatore Francesco Acquaroli ha raccomandato la "massima attenzione", mentre la Basilicata passa da zona gialla a rossa, dato "l'aumento dell'indice di contagiosità Rt, passato in una settimana da 1,03 a 1,51". Migliora, invece, la situazione in Liguria, che dal prossimo lunedì torna zona gialla, come annunciato da Giovanni Toti.

Il report di Iss e Ministero, la cui bozza era trapelata oggi pomeriggio, parla chiaro: "Cinque Regioni (Abruzzo, Lombardia, Marche, Piemonte, Umbria), rispetto alla settimana precedente, hanno un livello di rischio alto", si legge nella bozza del monitoraggio settimanale. Per la quarta settimana consecutiva, è stato registrato un peggioramento nel livello di rischio: "Sono 15- spiegano gli autori- le Regioni/Province autonome con un rischio alto o moderato". Oltre alle 5 a rischio alto, infatti, si contano 10 territori con una classificazione di rishcio moderato, "di cui 5 ad alta probabilità di progressione a rischio alto nelle prossime settimane", e 6 a rischio basso.

L'indice Rt è maggiore di 1 in 10 Regioni, tra cui la Basilicata dove il limite inferiore ha superato 1,25, compatibile con uno scenario di tipo 3. Le altre zone con Rt maggiore di 1 sono Abruzzo, Calabria, Campania, Emilia Romagna, Molise, Piemonte, Trento, Toscana e Umbria: di queste 9, in 5 l'indice Rt risulta compatibile con uno scenario di tipo 2. Tutte le altre Regioni, invece, rientrerebbero in uno scenario di tipo uno. A livello nazionale, però, l'Rt è rimasto invariato rispetto alla scorsa settimana, stabile a 0,99.

Stando ai dati rivelati dalla Cabina di regia, nell'ultima settimana si è registrato un peggioramento nelle aree con un tasso di occupazione in terapia intensiva o in zone mediche sopra la soglia critica: 8 Regioni, rispetto alle 5 della settimana scorsa. A livello nazionale, invece, il tasso di occupazione dei reparti intensivi rimane sotto la soglia critica (24%), nonostante continui ad essere alto: le persone ricoverate in questi reparti è aumentato da 2.074 pazienti (dato del 16 febbraio) a 2.146 al 23 febbraio. "Tale tendenza a livello nazionale - sottolineano gli autori del report - sottende forti variazioni interregionali con alcune regioni dove il numero assoluto dei ricoverati in area critica ed il relativo impatto, uniti all'incidenza, impongono comunque misure restrittive".

Ulteriori restrizioni si rendono necessarie anche a causa della maggior trasmissibilità di alcune varianti del virus e l'aumento dei contagi su tutto il territorio. Per questo Iss e Ministero consigliano di "innalzare le misure di mitigazione per raggiungere una drastica riduzione delle interazioni fisiche tra le persone e della mobilità". Va in questo senso anche l'indicazione per la popolazione ad evitare "tutte le occasioni di contatto con persone al di fuori del proprio nucleo abitativo che non siano strettamente necessarie e di rimanere a casa il più possibile". Il report invita anche le singone Regioni a "realizzare una continua analisi del rischio a livello sub-regionale.

È necessario mantenere e/o rafforzare le misure di mitigazione in base al livello di rischio".

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