Ancona E ora a casa del 18enne spunta anche un bigliettino: «Abbiamo deciso di ucciderli». Ma il genitori lo difendono. Va in Tv a raccontare la storia di suo figlio. «Un gigante buono», assicura, plagiato dalla fidanzatina: lei gli ha messo la pistola in mano, lei gli ha urlato «ammazzali».
Perché lui l'arma ce l'aveva, certo, ma era solo per suicidarsi. Sono le parole di un padre, Carlo Tagliata, che cerca di difendere quel suo ragazzone di 18 anni che, perso dietro ad un amore malato per una sedicenne ha sparato alla mamma di lei, uccidendola sul colpo, e al suo papà, ora in coma irreversibile.
Eppure sabato, nell'appartamento di Ancona dove vivevano i genitori della sua amata, Antonio c'è andato con una pistola calibro 9x22, matricola abrasa e ben tre caricatori.
Quello inserito lo ha scaricato contro Roberta Pierini e suo marito Fabio Giacconi, gli altri due li ha buttati insieme all'arma in un cassonetto mentre andava con la fidanzata alla stazione di Falconara, dove poco dopo sono stati fermati.
Ai magistrati Antonio ha confessato subito che a sparare era stato lui, ma non era sua intenzione uccidere. Voleva solo un chiarimento con i genitori di lei che osteggiavano la loro relazione. Poi, dopo una breve discussione, gli spari. Per difendersi, dice. Da qui in poi le versioni dei due innamorati divergono.
Al pm il giovane ha rivelato che è stata lei ad intimargli di sparare, mentre la ragazza ha giurato di essere rimasta impietrita quando ha tirato fuori l'arma.
Lo stub, a cui sono stati sottoposti entrambi, dirà se davvero a premere il grilletto è stato solo il giovane. La giovane ora è in un centro di prima accoglienza per minori. L'avvocato dice che è molto provata. «Cosa faccio ora, dove devo andare? E la scuola?», chiede. Oggi gli interrogatori di garanzia.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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