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Fioramonti dà i numeri: vuole cambiare la matematica

Chissà se ci sono numeri che inquinano

Fioramonti dà i numeri: vuole cambiare la matematica

Chissà se ci sono numeri che inquinano. Magari quelli definiti «abbondanti», inferiori alla somma dei loro divisori. Come il 12. Se uno infatti fa 1+2+3+4+6 il risultato è 16. Il 12 inquina perché spreca risorse. In genere sono pari, il primo numero «abbondante» dispari è il 945. No, tranquilli, questo non è il delirio di un apprendista matematico. Qui si sta solo cercando di interpretare le direttive del ministro della Pubblica Istruzione.

Lorenzo Fioramonti se ne intende di numeri. Non solo perché è un economista filosofo. Come Trilussa giustamente non crede nelle statistiche e tra i suoi nemici c'è il Prodotto interno lordo. Non a caso è l'autore di Presi per il Pil, dove racconta tutta la verità sul numero più potente del mondo.

Il guaio è che adesso si è messo in testa di rieducare la scuola italiana, nel nome di Greta e con queste parole: «Molte materie tradizionali, come geografia, matematica e fisica, saranno studiate in una nuova prospettiva legata allo sviluppo sostenibile».

Ecco, qui uno rischia di perdersi. Come si fa a studiare la fisica e la matematica in chiave ecologista? Forse con la geografia ci si può provare. Lasci da parte i vecchi atlanti e riscrivi le mappe segnando i fiumi e i mari più inquinati o indichi le città con il più alto tasso di smog. Riscrivi l'economia. Racconti l'indice della felicità. Lo sviluppo sostenibile diventa insomma la pietra angolare con cui interpretare la vita. Ci può stare. Lo abbiamo fatto con la lotta di classe, con i lumi della ragione, con la provvidenza di Dio e con i destini delle nazioni. Pazienza, non ci spaventa questo nuovo demone che adesso fa ballare tutti con il piffero di Pan.

I numeri possono avere un carattere, una vocazione, una storia, una mistica, delle peculiarità, una smorfia, ma in genere non amano piegarsi a un'ideologia. È vero che sull'uno e sul tre, sul sette o l'ottantotto sono state costruite filosofie, religioni e leggende, ma questo accade quando lasciano l'infinito della matematica e si incarnano nella storia. Non è detto che sia un bene. Ora piegare la matematica allo «sviluppo sostenibile» sembra l'ebbrezza di un ministro che si è messo a dare i numeri.

Non è il caso di provarci neppure con la fisica. Ogni volta che qualcuno ha cercato di mettere gli occhiali alle teorie scientifiche ha oscurato il cielo. È ancora forte la risposta di Galileo Galilei ai suoi giudici: «Eppur si muove». Si può essere sostenibili quanto si vuole, ma il sole non gira intorno alla terra. L'universo, per fortuna, se ne frega dell'egocentrismo dell'uomo. Il peccato di Fioramonti è volere piegare la ricerca scientifica ai miseri interessi elettorali. È superbia.

Il ministro dimentica che i numeri nascondono una bellezza sublime. Non roviniamola. Raccontano che il matematico indiano Srinivasa Ramanujan ricevette sul letto di morte una visita. Era Hardy, il suo collega e mentore, arrivato in ospedale in taxi. «È un taxi - disse - con un numero piuttosto insulso: 1729». Ramanujan rispose: «No, Hardy. È un numero molto interessante. Si tratta del più piccolo numero che si possa scrivere come somma di due cubi in due modi diversi».

Ecco, per il ministro Fioramonti il 1729 è invece soltanto un numero riciclabile.

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