Cronache

Nardella manda i conti in rosso e adesso lascia Firenze al buio

Nardella provoca Conte: "Il debito è di 200 milioni, non accendo l'illuminazione". Ma dimentica come è nato quel buco

Nardella manda i conti in rosso e adesso lascia Firenze al buio

Chiusa, vuota, e ora persino al buio. Per la Firenze di Nardella sembra avvicinarsi un triste destino. Cupo. Il primo cittadino si è detto preoccupatissimo per il bilancio del Comune, “sto valutando addirittura l'ipotesi di non accendere l'illuminazione pubblica perché́ incide per diversi milioni di euro”, ha dichiarato Nardella in diretta su Radio Bruno.

Ma come è possibile che accada questo in uno dei comuni più virtuosi d’Italia? Forse qualcosa nell’amministrazione rossa non ha funzionato e, a Palazzo Vecchio, sembrano aver fatto male i conti. L’emergenza sanitaria sembra addirittura aver svuotato le casse del comune a guida dem. Dopo solo due mesi di lockdown il capoluogo toscano sembra essere in grave difficoltà a detta del sindaco che, adesso, gioca a fare il provocatore. Si scaglia apertamente contro il governo Conte e minaccia prese di posizione ai danni dei cittadini di Firenze. “Firenze ha 200 milioni di euro di deficit ed altre città ce l'hanno ancora più̀ alto”. Dice Nardella, eppure a nessuno era ancora venuta in mente l’idea malsana di lasciare i propri cittadini al buio. Sembra essere questa l’unica soluzione, almeno che non sia il governo a fare un passo avanti. “Sono tutte mancate entrate. Noi non ce la sentiamo di far pagare il canone del suolo pubblico e la tassa dei rifiuti a chi è rimasto chiuso. Abbiamo però bisogno di essere aiutati dal governo. Firenze ha tutta la forza e l'orgoglio per rinascere ma se il governo non ci dà gli strumenti diventa difficile”, ha aggiunto il sindaco.

Ma Firenze non è l’unica città italiana a patire il fermo causa Covid. L’elenco di sindaci in difficoltà è lungo, eppure nessuno ha minacciato di staccare la luce e i servizi ai cittadini. Dunque, mentre tutti i comuni italiani cercano di resistere a Firenze l’amministrazione vorrebbe risanare i debiti a discapito della sicurezza dei cittadini. Cittadini che nel 2019 hanno versato nel complesso ben 27,9 milioni nelle casse del comune, mentre nel 2020 sarebbero dovuti entrare ben 33 milioni di Cosap, la tassa per il suolo pubblico. Mica pochi. Contributi versati anche dai tassisti che, nel capoluogo toscano, al contrario delle altre città italiane, sono obbligati a pagare la tassa sul suolo pubblico.

Eppure, dopo soli due mesi di stop la giunta targata Partito Democratico è pronta a riversare a rivalersi sui fiorentini. La sparata ha fatto scattare l’opposizione. “Il provvedimento aumenterebbe i rischi per la cittadinanza, agevolando la microcriminalità organizzata e l'insicurezza per i fiorentini”, ha dichiarato Alessandro Draghi, capogruppo di Fratelli d’Italia. “Infatti una regione e una città che non fosse governata da sempre dal centro sinistra non avrebbe così tanti problemi legati alla sicurezza, e di questo l’intero Partito Democratico deve farsene una ragione, avendo da sempre sottovalutato questo aspetto”, aggiunge.

Eppure, è stato proprio Dario Nardella a fare installare a Firenze, negli ultimi mesi, ben 300 telecamere. Piano interrotto dal coronavirus, perché le telecamere da installare nella città sarebbero ben 1200. Una miriade di dispositivi di sicurezza tutti collegati attraverso una una rete in fibra ottica e gestite da un sistema centrale di supervisione. Un progetto incredibile, secondo il sindaco, che a questo punto viene da sospettare sia stato fatto per incassare i soldi dei verbali più che per la sicurezza dei cittadini di cui il comune sembra essersi dimenticato. La scelta di sospendere l’illuminazione pubblica senz’altro fa discutere e mette in dubbio le priorità sulle spese del comune toscano.

“Il 78% degli investimenti previsti nel bilancio comunale è destinato alle tramvie (300 milioni solo per la linea verso Bagno a Ripoli). In una città come Firenze, economicamente devastata dalla crisi, forse, conviene rivedere alcune priorità”, ha dichiarato Guido Cabrele, consigliere di Fratelli d’Italia. Sulla stessa linea rinacara la dose Federico Bussolin, capogruppo Lega a Palazzo Vecchio, "un “buco” da 200 milioni ha un nome ed un cognome, una cattiva gestione della spesa pubblica e degli investimenti, e questa fa capo a Nardella non ad altri. Anziché spegnere le luci a danno dei cittadini, incominciamo a tagliare le spese improduttive".

Che sono tante.

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