Forza Polizia, ora mandali tutti via

Lo Stato tenga la barra dritta contro i guerriglieri No Tav. Il treno veloce è un impegno da rispettare

Forza Polizia, ora mandali tutti via

Luca Abbà: speriamo se la cavi. Così sarà lui stesso a dirci di essersi comportato da cretinetti, e non dovre­mo sorbirci ancora le prediche di tan­ti censori, che rimproverano Il Gior­nale

di non essersi unito al canto ele­gia­co dedicato dalla stampa progres­sista al rivoluzionario da traliccio. At­tendiamo pazientemente i bollettini medici. Intanto, però, segnaliamo: la protesta violenta dei no Tav, cui si è saldata una marmaglia indefinita di facinorosi, dilaga nel Paese e minac­cia di aggiungere problemi ai proble­mi nazionali.

Per fortuna, almeno per il momen­to, il ministro Corrado Passera (re­sponsabile di sette od otto dicasteri) non si è lasciato intimidire dagli agita­tori professionali che hanno trasfor­mato un innocuo treno in un casus belli. È evidente. Della ferrovia ad al­ta velocità non importa nulla a nessu­no, eccetto che a quattro valligiani in­namorati dei loro paesaggi bucolici e timorosi di perderli;l’importante per i guerriglieri è disturbare la quiete pubblica e mostrarsi pericolosi alme­no quanto i loro antenati brigatisti. Di questo bisogna dargli atto:sono al­­l’altezza delle loro ambizioni. Infatti, non solo hanno bloccato un’autostra­da e fatto gazzarra in varie località, provocando disagi a migliaia di per­sone che con le Frecce rosse, bianche o argentate e gli intercity non c’entra­no, ma sono pure riusciti a riconqui­stare terreno in Val di Susa, impeden­do agli operai di eseguire i lavori.

Il rischio è che la lotta si estenda e si inasprisca con la collaborazione di gruppi anarchici di varia estrazione, pronti a cogliere ogni pretesto per menare le mani e non solo quelle. C’è in giro una gran voglia di spaccare tutto, si coglie nel­l’aria una strana elettricità poten­zialmente in grado di accendere gli animi dei giovani insoddisfatti, per non dire esasperati, perché non si adattano al mondo e preten­derebbero che fosse il mondo ad adattarsi a loro. Le solite balle che hanno avvelenato generazioni e generazioni, illuse di poter cam­biare tutto e incapaci di cambiare se stesse. I ragazzi frustrati sono così da sempre. Poi invecchiano, si calmano e rimpiangono i bei tempi andati che, a causa loro, tan­to belli poi non erano. C’est la vie. Sugli aspetti tecnici della Tav evitiamo di intervenire. Non ci in­tendiamo di Corridoio 2 e Corrido­io 5 né ci preme approfondire la questione. Ci sta piuttosto a cuore l’autorevolezza dello Stato e delle istituzioni in generale. Esse han­no deciso, peraltro a livello inter­nazionale, di realizzare la strada ferrata e le gallerie necessarie ai treni veloci, e non possono riman­giarsi un atto ufficiale, rinunciare cioè a un progetto, democratica­mente approvato, per compiace­re un’orda di scalmanati, nemici del progresso e affetti da miopia programmatica.

Quand’anche i verdi e i rossi avessero alcune ragioni (ma non crediamo ne abbiano), sarebbe as­surdo se il governo accantonasse la Tav dopo aver stretto accordi con la Francia e altri Paesi europei e assunto impegni ben precisi. Inoltre con la violenza e le soper­chierie non si può imporre a un esecutivo di mutare idea su una grande opera. Ove lo Stato si fer­masse davanti a proteste periferi­che, rivelerebbe una debolezza in­tollerabile, indegna di una nazio­ne seria e rispettosa della sovrani­tà popolare e insensibile a quella rionale.

La nostra speranza è che Passe­r­a tenga la barra diritta e non si pie­ghi al piagnisteo di partiti e movi­menti, i quali, per opportunismo, blandiscono chiunque alzi la vo­ce e il pugno allo scopo di reclama­re quanto non meritano.

Il gover­no vada avanti per la sua strada fer­rata e le forze dell’ordine facciano il proprio dovere. Noi siamo con loro e non con gli scalatori di tralic­ci, verso cui proviamo solo pena. Specialmente quando constati­a­mo che non li sanno scalare o non sanno perché li scalano.

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