Abbandonata in spiaggia dopo la violenza sessuale. Le ​foto incastrano il branco

I carabinieri sarebbero risaliti al responsabile della violenza sessuale, compiuta su una 20enne a Fregene, grazie a testimonianze e foto pubblicate sui social

Abbandonata in spiaggia dopo la violenza sessuale. Le ​foto incastrano il branco

I tanto criticati social network, gioia e dolori di questa epoca caratterizzata da tecnologia e tanta vacua voglia di apparire, per una volta potrebbero essersi rivelati utili per risolvere un orrendo crimine compiuto ai danni di una ragazza di 20 anni a Fregene.

La giovane era stata trovata seminuda e priva di sensi a causa di un alto tasso alcolemico in spiaggia nella mattinata di lunedì dopo una serata trascorsa in un locale con amiche. Ai carabinieri che l’hanno ascoltata, la ragazza aveva affermato con sicurezza di essere stata violentata. I militari del Gruppo di Ostia hanno, così, cominciato ad indagare sul presunto stupro partendo dalla lista delle persone presenti domenica sera nel locale. Dopo una serrata indagine, i militari avrebbero già individuato il responsabile della presunta aggressione sessuale. Si tratta di un coetaneo della vittima, riconosciuto dalle amiche e dalla stessa ragazza attraverso alcune foto postate sui social network. Gli investigatori, però, non escludono la responsabilità di più persone con più ruoli.

Come riporta Il Messaggero, poco alla volta i carabinieri sono riusciti a sistemare i tasselli di questo giallo. Oltre agli scatti finiti in rete, gli uomini dell’Arma hanno visionato le immagini riprese nel locale prima che si consumasse la violenza. Ma non solo. Perché a dare un contributo importante all’inchiesta è stata la collaborazione di due addetti alla sicurezza al lavoro nello stabilimento-discoteca di Fregene. Un vigilante ha descritto, non senza sconcerto, alcune dettagli di quanto accaduto nella serata di domenica. "Non ci sono parole per descrivere quanto accaduto – ha ammesso Raffaele, responsabile dei bodyguard - sono padre di una quindicenne e mi metto nei panni di quei genitori. Poteva essere mia figlia. Nonostante avessimo finito il nostro turno di lavoro, siamo intervenuti lo stesso quando abbiamo notato uno strano via vai. Due giovani che correvano ed erano molto agitati. Quando ci siamo avvicinati abbiamo subito pensato di prestare soccorso alla ragazza". L’addetto alla sicurezza ha continuato nel suo racconto spiegando che mentre il presunto aggressore tentava di allontanarsi noi "le abbiamo dato acqua, ghiaccio per farla riprendere e poi l'abbiamo accompagnata in ospedale, cercando di darle tutto il nostro affetto e sostegno possibile. Ho atteso che arrivassero i genitori che erano in vacanza fuori Roma. Non l'abbiamo lasciata sola".

Purtroppo, però, sembra che ulteriori aiuti da parte dell’impianto di videosorveglianza non possano arrivare. Nella zona dove si sarebbe consumato lo stupro, infatti, le telecamere non erano in funzione. Ma gli investigatori stanno battendo altre strade. I militari impegnati nelle indagini sono riusciti ad individuare il gruppo di ragazzi entrato in contatto con la comitiva della 20enne. Tra questi c'è sicuramente chi avrebbe approfittato della presunta vittima. Questo tipo di lavoro è stato facilitato dalle disposizioni anti-Covid che prevedono come all'entrata di ogni locale o attività sia obbligatorio rilasciare le proprie generalità così da poter essere rintracciati in caso di eventuali casi positivi. Il cerchio, quindi, si stringe intorno a chi avrebbe compiuto il presunto stupro.

La ragazza continua a ricordare poco della serata.Una volta ritrovata in spiaggia, la giovane è stata subito soccorsa e trasportata al centro di cure primarie di Fregene e successivamente all'ospedale Grassi per essere sottoposta a degli esami più approfonditi. La giovane, sotto choc, ha spiegato ai carabinieri di non aver avuto rapporti sessuali, almeno consenzienti, in quella serata. Non si esclude, quindi, che chi ha agito lo abbia fatto anche grazie a sostanze che hanno alterato lo stato di coscienza della 20enne. Quest’ultima ha ammesso di aver conosciuto un ragazzo con il quale si è poi allontanata. I due si sarebbero scambiati alcuni baci. Poi il vuoto fino alla mattina successiva.

Dopo gli accertamenti incrociati, effettuati anche sui social, i carabinieri sarebbero risaliti ad un sospetto.

I militari, però, prima di procedere attendono il responso dell'esame del Dna. Prova regina, questa, che potrebbe incastrare chi ha compiuto un atto vile e criminale ai danni di una giovane che voleva solo divertirsi.

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