Udine Trema il sistema delle coop in Friuli Venezia Giulia. A colpi di bilanci in rosso, plusvalenze fittizie, richieste di concordato e illustri indagati, il modello economico è oggi una bomba sociale a orologeria. Tanto che nella piccola regione di Debora Serracchiani si temono «problemi di ordine pubblico», con i risparmi di migliaia di famiglie che rischiano di andare in fumo. Gli scandali si chiamano Coop operaie di Trieste e CoopCa, cooperativa carnica di consumo, con sede a Tolmezzo (Udine).
Supermercati, luoghi sicuri dove depositare i propri risparmi. Dove si incentivava il prestito sociale con tassi record, nonostante perdite e mancanza di liquidità. Se Coop operaie vede la luce in fondo al tunnel - 103 milioni di buco, 17mila soci e 650 dipendenti - grazie all'ammissione al concordato con un piano di ristrutturazione che punta a restituire l'81% del credito ai soci e a mantenere l'85% del personale, sulla CoopCa l'ombra del crac si fa minacciosa.
Ci sono 83 milioni di debiti, e oltre 3mila titolari di libretto tra Friuli e Veneto con 26,5 milioni di prestito sociale congelato da una richiesta di concordato. I conti smascherano un profondo rosso fatto di 14 milioni di perdite a bilancio solo nel 2014, senza contare gli altri 6 della controllata, la Immobilcoopca srl, vero contenitore di plusvalenze che gestiva il patrimonio immobiliare. Senza dimenticare quegli 8 milioni di quote azionarie, che sono il fanalino di coda nella catena della rimborsabilità. La Procura di Udine ha aperto un fascicolo con ipotesi di reato per falso in bilancio, false comunicazioni sociali e abusiva attività di raccolta del risparmio: 12 gli indagati, tra componenti dell'ultimo cda e revisori dei conti. Una patata bollente nelle mani della Serracchiani, numero due Pd, che incassa gli attacchi, respinge i veleni e scarica le «scelte azzardate» dell'azienda. E se la Regione è deputata alla vigilanza sui conti delle sue coop per la legge regionale 2007, il governatore si difende ricordando che l'amministrazione aveva già avviato una revisione straordinaria. «Ripugnante, strumentale e distorsiva», poi, l'aveva definita Serracchiani, quella mozione di sfiducia, bocciata in Aula, presentata dal M5S per «quei 12.500 euro che la presidente ha preso in campagna elettorale da quelle stesse cooperative (la CoopCa, ndr ) che dovrebbe controllare». Toccherà ai giudici del tribunale decidere se il piano depositato basterà per accedere al concordato. Si prospetta una soluzione «spezzatino» che spacchetterebbe l'azienda. Il documento contiene proposte d'acquisito per soli 7 supermercati su 38 tra Friuli e Veneto.
«Sarà un bagno di sangue» denunciano i legali dei soci risparmiatori, mentre mobilitazioni e scioperi agitano le due regioni che si appellano al ministro del Lavoro e uomo delle coop, Giuliano Poletti. Si spera in una zampata in extremis dal mondo delle cooperative.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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