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Frosinone, tassista trasporta le prostitute: ora rischia il processo

Una tassista indagata per la "disponibilità" a trasportare le prostitute. Il caso di Frosinone che potrebbe fare "scuola"

Frosinone, tassista trasporta le prostitute: ora rischia il processo

Può una tassista trasportare le prostitute presso il luogo dove esercitano la loro professione? A leggere quanto riportato su Ciociaria Oggi sembrerebbe che una "disponibilità ampia e indiscussa" possa portare a un rinvio a giudizio.

La storia, che è stata raccontata dal quotidiano locale citato, è la seguente: una donna alla guida di un taxi potrebbe, direttamente o meno, far parte di un giro di prostituzione. La tassista è stata alla guida del mezzo di trasporto deputato a far sì che le prostitute raggiungessero il cosiddetto "asse attrezzato", che a Frosinone è conosciuto come il posto dove, specie di notte, sono presenti le squillo. Un trasporto costante, che ha fatto nascere almeno un sospetto negli inquirenti.

Il giro sarebbe gestito da un gruppo di albanesi, presunti "monopolisti" del settore nel capoluogo laziale. L'inchiesta è quindi più estesa rispetto alla singola storia del taxi, ma nel complesso si è finiti a parlare anche del presunto ruolo di questa tassista. "Ad accompagnare le ragazze da casa all'area Asi - ha scritto Raffaele Calcabrina - era sempre lo stesso taxi. Probabilmente chi tiene le fila dell'organizzazione avrà pensato che questo era il modo più sicuro per passare inosservati. O quantomeno questo era il modo per evitare che chi gestisse l'attività potesse essere scoperto nel corso di appostamenti di polizia e carabinieri lungo l'asse attrezzato".

Un metodo, insomma, per provare a evitare "rogne". Una strategia che non sembra tuttavia aver funzionato. La donna al volante potrebbe aver stretto un vero e proprio patto con gli albanesi. Questo potrebbe essere il quadro ipotizzato da chi oggi ha iscritto la tassista nel registro degli indagati. Quanto contestatole, nello specifico, è "aver favorito, con la sua ampia e indiscussa disponibilità, a qualunque ora del giorno, e anche della notte, il trasporto delle prostitute sul posto". Ma la difesa ha un'argomentazione pronta.

"Non esiste - si legge su Ciociaria, che riporta così la tesi difensiva - un centralino per smistare le telefonate dei clienti, quindi si è sviluppato un rapporto fiduciario di modo che chi ha bisogno di un passaggio chiama

direttamente il titolare del taxi sulla sua utenza privata". La tassista non farebbe dunque parte di una vera e propria organizzazione. Considerazioni che rimarranno in sospeso fino all'esito di un possibile rinvio a giudizio.

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