L'accertamento fiscale con indagini sui movimenti bancari non può essere utilizzato contro il contribuente se non c'è un'autorizzazione. A fissare questo paletto è una recente sentenza della Cassazione. Come riporta laleggepertutti.it di fatto questo srtumento che è tra i più importanti per le indagini fiscali dell'Agenzia delle Entrate e delle Fiamme Gialle, non può essere utilizzato senza un'autorizzazione precisa. Questo tipo di controlli sono meglio noti come "presunzioni", ovvero accertamenti usati contro il contribuente che deve fornire una giustificazione rispetto ad alcuni movimenti ritenutio sospetti dal Fisco.
Le Entrate verificano i flussi di denaro del contribuente e mette sotto controllo i redditi per individuare quelli non dichiarati. Due elementi nuovi hanno reso i controlli fiscali molto più accessibili rispetto al passato. Con l'Anagrafe tributaria e l'Anagrafe dei rapporti finanziari gli accertamenti sono diventati più rapidi. E così per quanto riguarda l'esistenza di conti e altri rapporti tra il contribuente sotto accertamento e la banca devono essere comunicate all'anagrafe tributaria. Per effettuare un controllo è necessaria l’autorizzazione del direttore centrale dell’accertamento dell’Agenzia delle entrate o del direttore regionale della stessa, oppure del comandante regionale della Guardia di Finanza. Di fatto senza questo tipo di autorizzazioni l'accertamento deve essere considerato nullo ovvero senza conseguenze sul contribuente.
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