Cronache

Il futuro della carne a "impatto zero": cosa accadrà

Sfidare (o quasi) le leggi della natura e produrre carne in laboratorio: è questa la sfida dei prossimi anni con i mercati mondiali in fermento e pronti a investire miliardi di dollari

Il futuro della carne a "impatto zero": cosa accadrà

Per i puristi della carne sembrerà una bestemmia ma il mondo eco-sostenibile andrà anche in questa direzione: si produrrà e mangerà carne prodotta dalle cellule staminali degli animali e avremo quella "costruita" anche con proteine vegetali. Sembra un ossimoro (carne-vegetale) ma è la direzione dei grandi mercati mondiali con un giro di denaro che vale già miliardi di dollari.

Cos'è la "curated meat"

Letteralmente "carne curata", la curated meat è conosciuta anche come "carne in vitro" o "pulita" (curata) differente rispetto alla classica bistecca, guancia o tagliata che sia. Ma come si fa a produrre una tipologia di carne del genere? In pratica, con una biopsia viene estratta una cellula dell'animale che si vuole replicare, inserita speciali bioreattori per farla sviluppare in un brodo di nutrienti. Sembra assurdo, oltre che fantascientifico, ma soltanto negli ultimi due anni questo settore è stato finanziato per due miliardi di dollari di investimenti che diventeranno 162 entro il 2030 secondo un'analisi di Bloomberg.

L'hamburger sintetico del 2013

Molti non lo ricordano o non ne sono a conoscenza, ma la novità di una carne diversa fu sperimentata già 9 anni fa, nel 2013, quando per 300mila dollari fu realizzato il primo hamburger sintetico realizzato con due anni di "fatica". Da quel momento la situazione non si è evoluta e ci sono voluti sei anni, il 2019, affinché il primo e unico Paese al mondo, Singapore, mettesse nei menù dei propri ristoranti bocconcini di pollo creati in laboratorio alla modica cifra di 17 dollari. Secondo il fondatore dell'azienda Eat Just, Josh Tetrick, sarà "vegetale" il futuro della carne che troveremo dappertutto anche dai kebabbari. Non si sa nulla, però, sulle tempistiche: "potrebbero volerci 300 come 30 anni", tutto dipenderà dalle autorizzazioni governative e se i consumatori saranno disposti ad un cambiamento di cultura e filosofia.

La scommessa del marketing

Se i prezzi crolleranno e la carne sintetica e di laboratorio arriverà a costare pochi dollari al chilo, a quel punto il mercato avrebbe i suoi due concorrentI: carni naturali e da laboratorio. Come riporta Repubblica, il marketing punterebbe molto sull'innovazione con una testimonial d'eccellenza: chi se non Greta Thumberg? Il punto è sempre quello: la produzione dei gas serra, il cui 14,5% globale è prodotto dagli allevamenti animali mentre con la carne vegetale ci sarebbe una riduzione del 90% di emissioni oltre a risparmiare sui consumi di acqua e terra. Discorso diverso per quella in vitro estratta dalle cellule animali, più complicata da realizzare e sicuramente pià costosa rispetto a quella sintetica.

Nel mondo, sono già "avanti" con le procedure la Silicon valley, Israele e l'Olanda. La Cina, come spesso accade, non sta a guardare e il ministero dell'agricoltura ha inserito per la prima volta la carne in vitro e quella vegetale nelle proprie linee guida per la "sicurezza alimentare". Dal momento che dal 1980 i consumi si sono triplicati e viene consumata da quasi un terzo della popolazione mondiale, di certo non mancherà di richieste di mercato.

"È una, se non la più importante svolta nella storia delle proteine alternative", conclude Tetrick.

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