Coronavirus

Il gabesato, la molecola con tre funzioni per sconfiggere il Covid-19

La Società Italiana di Farmacologia fa sapere che un farmaco già in uso per la pancreatite acuta, il gabesato, possiede contemporaneamente tre attività fondamentali per il trattamento dell’infezione da Covid-19 e le sue complicanze. L'ipotesi dovrà essere valutata dal mondo scientifico e clinico

Il gabesato, la molecola con tre funzioni per sconfiggere il Covid-19

Non si ferma un solo secondo la guerra al Coronavirus ed una bella notizia arriva dal nostro Paese: la Società Italiana di Farmacologia (Sif) ha annunciato che potrebbe esserci una cura per i pazienti con forme gravi di Covid-19 grazie ad un farmaco che si usa per la pancreatite. Al momento è soltanto un'ipotesi che dovrà essere valutata dal mondo scientifico e clinico.

Esiste una molecola, chiamata gabesato, che posside contemporaneamente ben tre attività fondamentali per il trattamento dell’infezione e delle sue complicanze. A parlarne sono stati il presidente della Sif, Giorgio Racagni ed Annalisa Capuano, farmacologo clinico presso l’Università della Campania Vanvitelli e membro della Sif.

Farmaco anti-pancreatite

Il gabesato fa parte delle molecole che appartengono alla categoria delle serpine e nella pratica clinica viene utilizzata nella forma di gabesato mesilato per il trattamento della pancreatite, della coagulazione intravasale disseminata e come anticoagulante nell’emodialisi. In commercio, il farmaco si chiama Foy. "Oggi sappiamo che il virus Sars-CoV-2 entra nelle cellule sfruttando una proteina, presente al loro interno, chiamata Tmprss2 — affermano Racagni e Capuano — Questa proteasi potrebbe essere un bersaglio per eventuali interventi terapeutici in grado di sconfiggere l’infezione che provoca Covid-19".

La ricerca tedesca

In Germania hanno già ottenuto alcuni ottimi risultati: come si legge sul Corriere, "alcuni ricercatori tedeschi hanno isolato il virus Sars-CoV-2 prelevandolo da un paziente e su questo hanno testato una molecola, molto simile al gabesato, accorgendosi che riesce a bloccare l’ingresso del virus nelle cellule polmonari", hanno raccontato Racagni e Capuano, specificando come il gabesato possa essere ancora più efficace perché "impedisce la distruzione proteolitica di I-kB con conseguente soppressione della via di segnalazione del fattore nucleare kappa-B (NFkB). Infine riduce la produzione di citochine infiammatorie, come per esempio il fattore di necrosi tumorale alfa (TNFa)".

In pratica, tre piccioni con una fava: con un unico farmaco si otterrebbero tre ottimi risultati con una speranza in più nella lotta al Covid.

La triplice azione del farmaco

"La molecola ha una marcata attività antinfiammatoria e possiede facoltà antiaggreganti e anticoagulanti, - proseguono i due esperti - molti pazienti Covid-19 presentano importanti tromboembolie (da qui l’utilizzo di un anticoagulante, l’enoxaparina, in molti ospedali) e, anche per questo, spesso vanno in terapia intensiva e vengono intubati".

Uno dei più grandi problemi del virus, spiegano, è "la marcata reazione immunitaria che distrugge le cellule dove il virus è riuscito ad entrare. E l’assistenza ventilatoria probabilmente non produce miglioramento se ai polmoni il sangue non arriva" ipotizzando che la "complicanza che determina gli esiti peggiori potrebbe essere, dunque, la Cid (Coagulazione intravascolare disseminata)".

È a questo punto che entra in gioco il gabesato. "Abbiamo a disposizione un farmaco che potenzialmente blocca l’ingresso del virus nelle cellule polmonari, ha un’importante attività antiaggregante e anticoagulante e infine una marcata attività infiammatoria".

Ipotesi sperimentazione

In Italia, il farmaco è venduto da Sanofi Aventis con il nome commerciale di Foy nella forma di flaconcino per infusione endovenosa.

La Società di farmacologia, che sta valutando la possibilità di avviare una sperimentazione presso alcuni ospedali italiani, ha sottolineato che l'utilizzo del gabesato per Covid-19 rimane, al momento, soltanto un’ipotesi farmacologica che dovrà essere sostenuta dal mondo scientifico e clinico.

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