Cronache

Gabrielli dopo la morte dell'agente: "Porteremo via i migranti da qui"

Gabrielli va a Ventimiglia dopo la morte di Diego Turra. "I No Border sono professionisti dell'agitazione, risponderemo"

Gabrielli dopo la morte dell'agente: "Porteremo via i migranti da qui"

Imperia - "In questo momento mi interessava rendere omaggio alla salma del collega Diego Turra. Salutare e abbracciare la vedova e stare vicino agli uomini e alle donne della Polizia di Stato che sono stati certamente provati da questa vicenda". Poche parole, ma intrise di significato, quelle del capo della Polizia Franco Gabrielli che stamani ha visitato la camera ardente allestita presso la camera mortuaria del cimitero di Sanremo per l'addio all'assistente capo Diego Turra, 53 anni, di Albenga (Savona), ma in servizio nel Reparto Mobile di Genova. Sabato sera è stroncato da un infarto mentre scendeva da un mezzo di servizio per fronteggiare una rivolta organizzata dagli attivisti del collettivo "No Border", vicino al centro di accoglienza dei migranti allestito al Parco Roja, di Ventimiglia.

Assieme a Gabrielli, accompagnato dal Questore di Imperia, Leopoldo Laricchia, una sorta di picchetto d'onore alla presenza di un nutrito numero di agenti, ma anche militari dei Carabinieri e della Guardia di Finanza che hanno voluto salutare per l'ultima volta il loro collega. Gabrielli ha voluto rivolgere un plauso ai colleghi del Reparto Mobile che quella sera erano in servizio con Turra: "Perché nel momento in cui il loro collega era a terra esanime - ha detto - in condizioni già percepite come gravissime, non hanno minimamente lasciato la loro postazione, gestendo l'ordine pubblico in maniera corretta e professionale, fintanto il loro collega non è stato portato via".

Dopo una visita in commissariato e alla polizia di frontiera di Ventimiglia, Gabrielli ha tenuto un incontro formale con il Questore, a Imperia, al termine del quale è intervenuto sulle vicende degli ultimi giorni, riguardanti le sommosse di migranti e attivisti dei centri sociali, in particolare del collettivo "No Border". "Mi rendo conto che i No Border non sono l'Islamic State o il Daesh, per fortuna - ha affermato il capo della polizia, riferendosi ai No Border - ma in un momento così delicato queste manifestazioni non aiutano chi, invece, è chiamato a dare adeguate risposte sul fronte della sicurezza". Gabrielli ha, quindi, voluto ripetere le parole del ministro dell'Interno Angelino Alfano, quando afferma che non esiste il cosiddetto "rischio zero". "Fa bene il mio ministro - ha dichiarato - a ricordare in continuazione, ed è giusto che ne abbiamo tutti consapevolezza, che non esistono il rischio zero e la sicurezza assoluta, ma gli sforzi che stanno facendo gli apparati hanno conseguito ottimi risultati".

Riguardo il previsto aumento dei flussi migratori Gabrielli ha dichiarato: "Abbiamo deciso di intensificare le operazioni di decompressione. Ciò significa prendere le persone e portarle da un'altra parte, come è avvenuto in questi mesi. Alleggerimenti che hanno consentito di mantenere una situazione sì grave, ma non tragica". E poi: "Abbiamo già programmato, con Prefetto e Questore, una pianificazione per decomprimere. Non ci vuole molto a immaginare che queste persone saliranno, ma nonostante le difficoltà di questi mesi, la situazione è stata mantenuta a livelli non negativi, soprattutto in confronto all'anno scorso, con le immagini delle persone sugli scogli nel nostro Paese, che hanno fatto il giro del mondo. Oggi, invece, c'è un sistema di accoglienza degno di questo nome con queste persone che però non vogliono restare in Italia".

Sui flussi migratori Gabrielli conclude: "A noi è richiesto di gestire il pronto soccorso, non le cause e gli effetti".

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