A Milano c'è un modo di dire assai diffuso che chiunque sia cresciuto all'ombra della Madonnina non può non conoscere: "Non siamo mica all'asilo Mariuccia". L'espressione, ormai entrata nell'uso comune, indica un ambiente infantile, a volte anche con una leggera intonazione negativa.
Un'usanza del parlato che spesso ricorre nelle conversazioni informali ma che recentemente ha fatto capolino anche nelle dichiarazioni del ministro dello Sviluppo Economico Carlo Calenda. In un tweet di due giorni fa, il ministro analizzava la crisi del Pd (partito a cui si è iscritto all'indomani della catastrofica disfatta alle elezioni politiche, ndr) con queste parole: "Qui siamo nel mezzo di una crisi epocale per l'Occidente, l'Italia e i progressisti. Vediamo di evitare la sindrome da Asilo Mariuccia."
Frasi che non sono piaciute all'educatrice lombarda Barbara Boggio, che per sua stessa ammissione "da oltre vent'anni ha molto a che fare" con la storica educazione milanese.
E che non ha esitato a bacchettare il ministro per aver ceduto ai luoghi comuni: "Da noi, è vero, c'è infantilismo e confusione - scrive in un post su Facebook - ma in quel caos e in quella confusione noi partecipiamo alla più importante avventura di un essere umano: la crescita. Le parole sono importanti, e vanno usate con cura. Perché, mi creda, quando c’è tanta confusione da noi verrebbe da dire “basta, non siamo mica a Montecitorio. Caro ministro, venga a conoscerci."- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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