Cronache

Fece a pezzi la mamma. Ora la scoperta horror: uccise pure il figlio di 3 anni

Le indagini della Squadra mobile di Genova hanno fatto luce su un doppio dramma familiare. La donna era già in carcere per aver sezionato il cadavere della madre

Fece a pezzi la mamma. Ora la scoperta horror: uccise pure il figlio di 3 anni

Sembrava che il destino si fosse accanito contro Giulia Stanganini, una donna di 37 anni di Genova. Nel giro di pochi mesi, infatti, la giovane aveva perso il figlio di appena 3 anni, deceduto per cause naturali, e poi anche la mamma, suicidatasi pochi mesi dopo il decesso del piccolo.

Ed invece, a quanto pare, sulle due morti ci sarebbe un legame. Le due tragedie dai contorni oscuri avvenute nella stessa famiglia avevano convinto la procura di Genova a scavare nella vita della donna. E il lavoro investigativo avrebbe portato alla luce una sconvolgente realtà. A spegnere le due innocenti vite sarebbe stata proprio Giulia. E così nelle scorse ore la Squadra mobile del capoluogo ligure ha notificato una nuova ordinanza alla donna, che si trovava già in carcere per soppressione di cadavere, riguardante un'altra sconvolgente accusa: l'omicidio del figlioletto.

Le indagini

Nell’aprile dello scorso anno la Stanganini aveva raccontato agli inquirenti di aver trovato sua madre di 63 anni, Loredana Stupazzoni, impiccata. A quel punto, in preda al panico, aveva deciso di fare a pezzi il corpo. Un racconto difficile da credere per gli agenti della squadra mobile genovese che, coordinati dai sostituti procuratori Stefano Puppo e Sabrina Monteverde, hanno approfondito il lavoro investigativo attraverso analisi di tabulati telefonici e del computer della 37enne. Preziose per fare luce sul caso sono state anche alcune testimonianze. E così si sarebbe scoperta una storia a dir poco agghiacciante: la giovane avrebbe ucciso prima il figlio e poi la madre, simulando una morte naturale nel primo caso e un suicidio nell'altro.

La morte del bimbo

Ieri il gip ha emesso una seconda ordinanza di custodia cautelare per Giulia Stanganini. La nuova accusa è di omicidio premeditato del figlio di tre anni. Il decesso del piccolo avvenne il 22 novembre 2019 ma fu archiviato come morte naturale. Come racconta Fanpage la Stanganini aveva detto di avere trovato il piccolo morto nel letto. Per il decesso la donna aveva puntato il dito contro il pediatra ma nei suoi confronti erano arrivate proprio le accuse della madre, nonna della giovanissima vittima. Il nipotino era morto per un arresto cardiocircolatorio seguito ad una crisi respiratoria ma la Stupazzoni accusava la figlia di esserne responsabile.

Ma l'inchiesta sulla morte della nonna ha fatto scoprire nuovi elementi a carico della 37enne, che ora è accusata di omicidio aggravato premeditato. Dalle indagini sul pc della donna sono emersi dettagli da brividi: un mese prima della morte del piccolo, la Stanganini aveva visitato siti web in cui veniva spiegato come soffocare qualcuno senza lasciare tracce. Per la sua ricerca la donna avrebbe inserito parole chiave come "infanticidio", "mamme che uccidono figli" e "come uccidere un bambino". La Squadra mobile genovese ipotizza che la 37enne avrebbe soffocato il figlio con un cuscino in faccia mentre dormiva.

In un primo momento si era ipotizzata una causa naturale ma, dopo l'omicidio della nonna del piccolo, la procura ha deciso di approfondire. Gli uomini della Squadra mobile, però, hanno trovato anche un altro elemento inquietante: la Stanganini aveva inviato un sms al padre del bimbo, dal quale era separata, 12 giorni prima della morte del piccolo: il messaggio, secondo gli inquirenti, preannunciava la morte del bimbo.

La morte della nonna

In pieno lockdown, spiega il Messaggero, la Stanganini si era presentata in Questura alle quattro del mattino raccontando di aver trovato la mamma impiccata nella casa in cui vivevano e, dopo alcuni giorni, di aver straziato il corpo smembrandolo tra secchi e buste di plastica, allo scopo di disfarsene. "La morte potrebbe essere compatibile con un suicidio", aveva scritto il medico legale. Il gip aveva ritenuto plausibile il suicidio.

Eppure qualcosa non quadrava. I vicini hanno raccontato come la giovane mamma non riusciva a gestire i capricci del figlio tanto che per sfogarsi non esitava ad urlare, usare insulti e proferire bestemmie. Reazioni sconsiderate che, però, non hanno fatto scattare alcun campanello d'allarme. Una realtà difficile a cui forse ha tentato di reagire la nonna che, secondo l'accusa, incolpava Giulia della morte del nipotino. I vicini avrebbero sentito l’anziana chiamare la figlia "assassina". Dopo la morte del bimbo, la giovane, disoccupata, era tornata a vivere nella casa della madre situata nel quartiere Marassi di Genova. Ma il rapporto tra le due donne era diventato complicato e le liti sempre più frequenti.

Potrebbe essere questo il possibile movente del secondo presunto omicidio. La Stanganini ha sempre negato. Il procuratore capo di Genova, Francesco Cozzi, ha fatto appello al Riesame, chiedendo per la donna la custodia in carcere per omicidio volontario perché "tutti gli indizi portano a ritenere che la Stupazzoni non si sia tolta la vita da sola". Prima di morire, la 63enne aveva preso un appuntamento in banca e non aveva lasciato alcun biglietto.

Inoltre chi la conosceva ha spiegato che non ci sono stati segnali che facessero pensare a un gesto volontario.

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