Cronache

Il "triage" e chi sta bene resta a bordo. I medici sulla Geo Barents

I medici italiani salgono sulla Geo Barents: parte il monitoraggio previsto dal governo e già approdano donne, bambini e bisognosi di cure. Ma le Ong insistono e chiedono sbarchi indiscriminati

Il "triage" e chi sta bene resta a bordo. I medici sulla Geo Barents

La procedura prevista dal governo Meloni funziona e si è rimessa in moto, per la seconda volta in meno di ventiquattr'ore. Dopo gli accertamenti sulla nave dell'Ong tedesca Sos Humanity, attraccata al porto di Catania, le autorità italiane hanno iniziato le operazioni di controllo su una seconda imbarcazione carica di migranti: la Geo Barents di Medici senza frontiere. A bordo, ben 572 naufraghi che ora dovranno essere sottoposti al monitoraggio previsto dal nuovo decreto del Viminale. In base alla normativa, potranno infatti sbarcare solo i soggetti ritenuti bisognosi di assistenza sanitaria, le donne e i bambini.

Geo Barents, iniziati gli sbarchi

Sulla nave gli ispettori dell'Usmaf (l'Ufficio di sanità marittima, aerea e di frontiera) stanno valutando i casi di vulnerabilità per i quali sarà consentito l'approdo sulla terraferma. Al momento, i migranti scesi sarebbero una sessantina: tre gestanti, cinquanta minori non accompagnati e dieci minori con le rispettive famiglie. A riferirlo sono fonti sanitarie al lavoro in queste ora al porto di Catania. Come già accaduto sulla nave Humanity 1, i profughi verranno uno a uno visitati attraverso un triage clinico che fornirà indicazioni sul loro stato di salute. Al termine dell'ispezione, secondo quanto indicato dal nuovo decreto governativo in materia, le navi delle Ong sono tenute a ritornare in acque internazionali (ordine al quale però l'Ong Sos Humanity ha già disobbedito, creando un precedente).

"Salute dei migranti priorità assoluta"

Anche sulla Geo Barents, il discernimento sanitario da parte della autorità italiane si sta basando su "segni e sintomi come la febbre e l'esame obiettivo clinico, seguendo criteri che sono stati fissati nel 1991". Lo ha spiegato all'Ansa Claudio Pulvirenti, direttore in Sicilia dell'Usmaf del ministero della Salute, sottolineando che "la salute dei migranti è la priorità assoluta del governo". Lo stesso vicepremier Matteo Salvini, rispondendo indirettamente alle critiche, aveva precisato che il soccorso e l'assistenza per i soggetti bisognosi fossero garantiti dall'Italia. Ma alle Ong non basta: gli attivisti chiedono infatti che vengano fatti sbarcare tutti i migranti. Senza distinzioni.

Il braccio di ferro tra Ong e governo

Il braccio con il governo su questo punto sembra destinato a ripetersi anche con Medici senza frontiere. "Dopo aver rischiato la vita in mare per fuggire dalla Libia, 572 persone sono rimaste ostaggio di scelte politiche disumane per più di 10 giorni a bordo di una nave, invece di vedersi riconosciuto il diritto a sbarcare in un porto sicuro. Dopo tutto ciò, queste persone devono oggi anche assistere al cinico spettacolo della politica che gioca con le loro vite", ha lamentato il capo missione dell'Ong, Juan Matias Gil, chiedendo che tutti i passeggeri sbarcassero immediatamente. "Un'operazione di soccorso si può considerare terminata solamente una volta che tutti i sopravvissuti sono stati fatti sbarcare in un luogo sicuro", ha ancora accusato Msf, in aperto scontro con le indicazioni dell'esecutivo.

L'assistenza garantita dall'Italia

Intanto, l'assistenza da parte del nostro Paese non sta venendo meno. A quanto si apprende, la protezione civile siciliana sta assicurando la prima accoglienza ai migranti bisognosi d'assistenza, che in gruppo saranno poi trasferiti in un alloggio temporaneo.

A tutti è stato fornito un pasto caldo, distribuito dalle autorità italiane dentro la nave al momento dell'attracco a riva, e il medesimo trattamento sarà assicurato sia per il viaggio presso le altre destinazioni sia per l'eventuale permanenza in Sicilia.

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