Gerusalemme, ignoranza capitale

Gerusalemme, ignoranza capitale

Il grande clamore di questi giorni e l'inverosimile dissociazione dell'Italia per la decisione del presidente Trump di stabilire la sede dell'ambasciata americana a Gerusalemme, sono la prova dell'ignoranza e dell'incompetenza del nostro governo e del consueto abusivismo dell'attuale ministro degli Esteri. Trump non ha inventato nulla e non ha fatto altro che prendere atto di una decisione del Parlamento israeliano. Ma nessuno sa che il vero Trump fu il democratico Clinton. Il Parlamento israeliano dichiarò Gerusalemme capitale dello Stato nel 1980, trentadue anni dopo l'indipendenza. Le ambasciate, pigramente, salvo qualche rara eccezione, rimasero a Tel Aviv, in attesa di una presa d'atto dai Paesi dell'Onu. Nel 1995 gli Stati Uniti decisero di riconoscere Gerusalemme capitale e, conseguentemente, di trasferirvi la rappresentanza diplomatica. Incoerentemente, e senza attenzione per la volontà dello Stato di Israele, i vari presidenti, tra demagogia e ipocrisia, hanno rinviato, di semestre in semestre, l'applicazione di quella legge per poter conservare il ruolo ambiguo degli Usa come potenza mediatrice tra israeliani e palestinesi.

Giudicare politicamente una scelta o un'inadempienza amministrativa e arrivare a condannarla è una colpevole espressione di ragion di Stato che nega il senso stesso dello Stato. Vigliaccamente l'Italia, con altri Paesi canaglia, ha scelto questa strada, perseverando nell'ambiguità.

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