Quel gessato è orrendo. Adesso caro Matteo rimettiti la tua felpa

Meglio in felpa, su questo non ci piove. Meglio anche nudo dalla cintola in su e con cravatta verde-Lega persa nella foresta dei peli sul petto

Quel gessato è orrendo. Adesso caro Matteo rimettiti la tua felpa

Meglio in felpa, su questo non ci piove. Meglio anche nudo dalla cintola in su e con cravatta verde-Lega persa nella foresta dei peli sul petto come nella foto sulla copertina di Oggi che ha fatto dire a Vladimir Luxuria: «Salvini è un perfetto retrosexual... panza e barba trasandata fa maschio e fa bene». Sarà anche vero, ma secondo noi il gessato grigio-perla fa subito pirla, soprattutto se lo indossi con calze verdi a righe tipo le mitiche Gallo infilate però dentro un paio di stringate in pelle marrone per non dire color cacchetta. Stendiamo un pietoso velo, poi, sulla camicia bianca mal stirata e con il collettino piccino picciò aperto sul pomo d'adamo: una cosa da realismo sovietico.
Ecco, il leader leghista era vestito proprio così l'altra sera da Floris e questo ci picchia sui nervi. Prima di tutto non si può darla vinta a «Giova» come lo chiama Crozza, il suo sorrisetto da primo della classe davanti a Salvini conciato in quel modo si è stirato a dismisura. Pareva la bocca di un barracuda pronto ad azzannare e invece non ha fatto commenti nemmeno quando il Matteo lombardo ha dichiarato: «Son pronto domani mattina a confrontarmi con Renzi». Ebbene se parliamo di stile l'attuale premier vince alla grande anche perché si fa vestire da Ermanno Scervino che gli ha consigliato impeccabili completi in fresco di lana blu con camicie candide e soprattutto giuste all'altezza del collo. Stanno infatti benissimo sia con le cravatte in maglia di seta nera come quelle che portava James Bond nei romanzi di Ian Fleming, sia con un vecchio modello fantasia firmato Gucci e perfino senza niente, con i primi due bottoni slacciati alla maniera di Obama. Salvini con e senza cravatta sembra l'appeso dei Tarocchi, ovvero un povero tapino impiccato a testa in giù. Ve lo ricordate quando ha incontrato Putin in giacca grigio-perla con le toppe di camoscio e cravatta in tinta? Disastroso. Meglio la t-shirt comprata a Mosca e sfoggiata a Strasburgo perché a sentir lui la stampa del cipiglio di «Vova» in bianco e nero era «Un monito agli eurocretini». Sia messa una pietra tombale pure sul look adottato per il blitz all'ultimo raduno dei giovani industriali di Santa Margherita. I jeans scoloriti andavano benissimo ma il blazer blu era troppo piccolo e la camicia bianca aveva i soliti problemi all'altezza del collo.

Insomma se questo Matteo vuole davvero cambiare la Lega prenda una buona volta le distanze dallo stile descamisados di Bossi. In fondo la moda è l'industria più fiorente della Lombardia, paga il saldo della bolletta petrolifera nazionale e attira consensi. Non per niente Matteo Renzi si lascia definire «Pittibimbo» da quel genio di D'Agostino.

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