Cronache

Gesuiti contro "l'opzione Benedetto". Ecco lo scontro dottrinale

I gesuiti de La Civiltà Cattolica hanno criticato "l'opzione Benedetto". Rod Dreher, invece, sostiene che la "regula" possa salvare la cristianità

Gesuiti contro "l'opzione Benedetto". Ecco lo scontro dottrinale

I gesuiti de La Civiltà Cattolica, la storica rivista diretta da padre Antonio Spadaro, hanno criticato l' "opzione Benedetto", che è un'espressione risalente a più di dieci anni fa, coniata dall'intellettuale americano Rod Dreher e tesa a declinare il giusto comportamento che deve avere un cristiano nell'epoca del relativismo e della secolarizzazione. Nel quaderno di febbraio, infatti, Andreas Gonçalves Lind ha in qualche modo paragonato la teoria di Dreher all'eresia donatista. L'intellettuale che vuole ripartire dalla regola benedettina, che è anche un ortodosso russo, ha risposto sostenendo che "La vera ragione degli attacchi è affermare un potere, un dominio su chi dissente". Niente di nuovo, insomma, nell'ormai consueta diatriba dottrinale tra progressisti e conservatori cristiani. Cos'è, però, questa "opzione Benedetto" ?

Per comprendere a fondo quanto sostenuto da Dreher nel suo libro "The Benedenict Option, a strategy for christians in a post christian nation", bisogna partire dalla famosa profezia di Joseph Ratzinger sulla fine della Chiesa cattolica: "Dalla crisi odierna emergerà una Chiesa che avrà perso molto. Diventerà piccola e dovrà ripartire più o meno dagli inizi - ha dichiarato il teologo tedesco nel 1969 -. E ancora: "Ripartirà da piccoli gruppi, da movimenti e da una minoranza che rimetterà la fede e la preghiera al centro dell’esperienza e sperimenterà di nuovo i sacramenti come servizio divino e non come un problema di struttura liturgica. A me sembra certo che si stanno preparando per la Chiesa tempi molto difficili. La sua vera crisi è appena incominciata. Si deve fare i conti con grandi sommovimenti. Ma io sono anche certissimo di ciò che rimarrà alla fine: non la Chiesa del culto politico, ma la Chiesa della fede". La situazione della Chiesa odierna, insomma, sarebbe stata profetizzata da un uomo, lo stesso che poi sarebbe divenuto Papa, ben quarantanove anni fa. Ai gesuiti, quindi, l'ipotesi per cui la fede cristiana sia in via di scomparizione, specie di questi tempi, non può piacere. E le ragioni di questo assunto sono facilmente deducibili.

La Chiesa, secondo la visione di Dreher, ha abbracciato mortalmente il mondo. "Se dobbiamo essere per il mondo secondo la volontà di Cristo - ha sottolineato l'intellettuale americano in un'intervista a Tempi - dobbiamo allontanarci dal mondo per approfondire la preghiera, la vita di comunità fra noi e la comprensione della Bibbia". La Chiesa, insomma, si sarebbe "assimilata" alla modernità e le persone avrebbero difficoltà a distinguere un cattolico da un cattolico. La teoria di Dreher è stata concepita ispirandosi a San Benedetto da Norcia ed è basata sull'accettazione della natura minoritaria dei cristiani: "Alcuni conservatori mi criticano dicendo che l’Opzione Benedetto coincide con la resa politica dei cristiani - ha sottolineato Dreher nell'intervista a Tempi già citata - rispondo loro che dobbiamo essere pronti a essere sconfitti a livello politico e a vivere in condizioni di oppressione, che è ciò che hanno fatto i cristiani sotto il comunismo e stanno facendo sotto i regimi islamici". Il cristiano, insomma, non deve rinunciare alla vita politica, ma vivere la condizione d'oppressione com'è naturale che sia. Il compito che i cristiani debbono svolgere nella società contemporanea secondo i gesuiti de La Civiltà Cattolica, invece, è molto differente.

"Se è vero che i cristiani contemporanei possono imparare dalla regola benedettina e adattarla ai tempi attuali - ha scritto Andreas Gonçalves Lind nel quaderno di febbraio - è anche vero che esaltare la realtà della persecuzione potrebbe comportare un rischio: quello di percepire il proprio «piccolo gruppo» come la Chiesa vera e migliore delle altre. In definitiva, questo è il rischio dell’arroganza, connesso a un peccato ecclesiale contro l’unità e la comunione". Quella di Rod Dreher, insomma, sarebbe una "tentazione" paragonabile a quella donatista. Un atteggiamento rigido verso la modernità che finirebbe per declinarsi in una eresia.

Uno scontro, questo tra i gesuiti e Dreher, che sembra rappresentare in pieno la divisione dottrinale attualmente esistente all'interno della Chiesa cattolica.

Commenti