Cronache

Giù le mani dai giornalisti, i rischi della piazza no pass

Durante il corteo dei 15 mila no pass di ieri a Trieste la giornalista Rai Alessandra Zigaina e il suo operatore sono stati insultati e minacciati. Una linea rossa insuperabile che rischia di trasformare le piazze italiane come quelle dell'Afghanistan: dove i talebani disperdono a fucilate manifestazioni pacifiche

Giù le mani dai giornalisti, i rischi della piazza no pass

Giù le mani dai giornalisti, altrimenti diventiamo come i talebani a Kabul che disperdono a fucilate manifestazioni pacifiche e bastonano a sangue gli afghani che lavorano per la libertà di stampa. Nel corteo dei 15mila no pass di ieri a Trieste, la giornalista della Rai regionale, Alessandra Zigaina, che va in mezzo alle gente a fare domande, è stata trattata in maniera inaccettabile. “Stavo cercando di fare il mio lavoro quando hanno cominciato a gridare i peggiori insulti contro i giornalisti", racconta al Giornale: "Alle mie spalle è arrivata come una furia una donna. E un uomo con una pettorina gialla mi ha strappato il microfono”.

Zigaina è stata strattonata e gli intolleranti si sono scagliati anche sul suo operatore. “Gli hanno buttato giù la telecamera che aveva in spalla ed è stato spintonato. Nessun danno fisico, ma se strappi di mano il microfono ad una giornalista le impedisci di fare il suo lavoro” sottolinea Zigaina. E durante il corteo ha subito altre intimidazioni da esagitati con urla “va casa” e così via.
Lei stessa ammette che vanno messe nel conto situazioni difficili per chi fa veramente questo mestiere sul campo.

Però è successo forse di peggio quando Zigaina ha reclamato il microfono della Rai al camper degli organizzatori che guidava il corteo. “Mi sono rivolta a Tito De Toni dicendo che bisogna darsi una calmata e il microfono era nel camper", spiega Zigaina, "in tutta risposta ha cominciato ad arringare la folla con i soliti slogan contro i giornalisti venduti”. De Toni è una vecchia conoscenza del mondo antagonista, che ha dato vita ai cortei no pass. Adesso la protesta è trasversale e in piazza scendono anche militanti di destra, i portuali e tanta gente comune.

Tutti, però, devono avere ben chiaro in testa che ci sono delle linee rosse insuperabili a cominciare dalla violenza e una di queste riguarda la libertà dell’informazione. Anche se i media raccontano “le notizie a metà”, come denunciava uno striscione del corteo o hanno censurato le proteste no pass all’inizio sbagliando di grosso, la stampa va rispettata soprattutto se è in mezzo al corteo a fare domande.

Giù le mani dai giornalisti, altrimenti diventiamo talebani.

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