Giallo sull'allerta mancata. Nessuna registrazione: "Sistema in tilt da mesi"

Dopo l'alluvione nelle Marche indagine sulla centrale della Protezione civile. Le famiglie delle vittime: "L'indennizzo? Mancetta"

Giallo sull'allerta mancata. Nessuna registrazione: "Sistema in tilt da mesi"


Rabbia, stanchezza, dolore, ma anche ombre e interrogatovi che l'inchiesta della Procura di Ancona dovrà sciogliere. E forza, forza per continuare a cercare Mattia e Brunella. Il bambino di otto anni e la donna di 56 sono gli unici due dispersi nell'alluvione delle Marche, a distanza di una settimana di loro non si sa nulla.
Lo zainetto del bimbo è stato ritrovato a otto chilometri dal punto in cui l'acqua lo ha strappato dalle braccia della mamma. Mentre martedì notte è stata ripescata dal fiume la Bmw serie 1 bianca sulla quale viaggiava Brunella quando è stata sorpresa dalla piena. Era danneggiata e piena di fango: così si è deciso di intensificare le ricerche proprio in quella zona, anche attraverso l'ausilio di elicotteri.

Nel frattempo è stata rintracciata anche una seconda auto nel torrente Nevola, fra i Comuni di Corinaldo e Trecastelli. All'interno dell'abitacolo i sommozzatori non hanno trovato nessuno. Anche in questo caso si tratta di una Bmw, che potrebbe appartenere proprio alla famiglia di Brunella. L'ipotesi è che il proprietario sia Simone, figlio della donna dispersa e fratello della 17enne Noemi, una delle 11 vittime del disastro, che è riuscito a salvarsi dall'ondata di piena. Nel frattempo centinaia di persone sono al lavoro in tutto il territorio per prosciugare, tra fango e detriti.

Ma con il passare delle ore, inizia a prevalere la rabbia. Rabbia per quell'allarme sulla piena arrivato solo alle 22 del 15 settembre, quando già si contavano le prime vittime. Rabbia perché lungo il fiume Mise esiste un solo sensore utile per diramare l'allerta. Rabbia perché i 1.500 euro stanziati dalla protezione civile per contribuire a ciascuno degli undici funerali sono troppo pochi. «Una mancetta», dicono le famiglie distrutte dal dolore.

La cosa più inquietante è che non esistono le registrazioni delle chiamate arrivate la sera del 15 settembre alla sala operativa della Protezione civile regionale delle Marche, mentre era in corso il violento nubifragio nell'entroterra della provincia di Pesaro Urbino e nel Senigalliese, mentre partiva l'ondata di piena. Secondo quanto sta emergendo dalle indagini, il sistema di registrazione era fuori uso da mesi. Inoltre, il Piano di assetto idrogeologico (Pai) della regione Marche, non individua tra le aree a rischio idrogeologico quelle di Castelleone di Suasa e di Barbara, che sono state invece tra le maggiormente colpite dall'ondata di maltempo. La Procura di Ancona sta procedendo contro ignoti per omicidio colposo plurimo e inondazione colposa. I carabinieri hanno acquisito documentazione in Regione e presso i Comuni, compresi i tabulati telefonici. Sentite varie persone a sommaria informazione.

Proprio ieri intanto sono state celebrate le prime esequie, un rito unico nel campo sportivo per le quattro vittime di Pianello di Ostra. Così la comunità ha potuto dire addio a Giuseppe Tisba, 65 anni, a suo figlio Andrea, 25, a Diego Chiappetti, 51, e all'84enne Fernando Olivi. Per Maria Luisa Sereni, 80 anni, l'ultimo saluto è invece stato celebrato a Trecastelli, nella chiesa parrocchiale di Passo Ripe. Per tutti è arrivata moltissima gente, parenti, amici, concittadini. Fra loro anche la fidanzata di Andrea che al termine della cerimonia ha detto: «Ti ho fatto attendere tante volte, ma adesso sono io ad aspettare te e non dovrai avere fretta, perché io ti aspetterò per sempre».

Nel frattempo la macchina dell'emergenza non si ferma. Il governatore Francesco Acquaroli ha chiesto di estendere lo stato di emergenza anche alla provincia di Macerata, mentre il consiglio di Acri ha deliberato un contributo straordinario di un milione e mezzo di euro in favore dei cittadini colpiti.

In campo ci sono anche i camper utilizzati durante la pandemia da Covid per le vaccinazioni itineranti. I mezzi, messi a disposizione dalla protezione civile regionale, saranno utilizzati per garantire il supporto psicologico e sociale nelle zone alluvionate di Senigallia (Ancona) e di Cantiano (Pesaro-Urbino).

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