Governo promosso

Alle elezioni europee il centrodestra si conferma maggioranza nelle urne due anni dopo la vittoria che lo portò al governo. Per Giorgia Meloni adesso la strada si fa non dico in discesa, ma certamente non in salita

Governo promosso
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Scriviamo a conteggi ancora in corso ma credo possiamo dire: e due. Alle elezioni europee il centrodestra si conferma maggioranza nelle urne due anni dopo la vittoria che lo portò al governo. Non mi sorprende, pur sapendo che governare logora, come ben dimostrano i casi di Francia e Germania, i cui leader Macron e Scholz sono usciti dal confronto di ieri pesantemente sconfitti. Non mi sorprendo non solo in quanto convinto della bontà, pur tra mille difficoltà e qualche inciampo, del lavoro fatto da Giorgia Meloni e soci, ma perché le opposizioni si sono dimostrate prima e durante la campagna elettorale divise, litigiose e a corto di progetti alternativi affidabili sia in politica interna sia estera. Il buon risultato ottenuto dal Pd non deve ingannare, è maturato solo a spese di teorici alleati, in particolare dei Cinque Stelle che Giuseppe Conte, elezione dopo elezione, sta portando alla rovina.

Oltre al dato politico, è chiaro pure quello mediatico, nel senso che sono certificate come dato di fatto l'incompetenza e la cieca partigianeria della maggior parte degli opinionisti e dei conduttori televisivi, che per tutta la campagna elettorale hanno messo in croce la maggioranza di governo con analisi e previsioni totalmente infondate: in Italia e in Europa le destre tengono, il centro si consolida, le sinistre arrancano, il pacifismo anti occidentale alla Santoro è respinto con perdite.

Se tutto ciò permetterà una svolta nel governo europeo lo capiremo meglio nelle prossime ore, certo è che la lezione del governo italiano sta facendo scuola oltre confine: esiste una destra democratica e affidabile ritenuta in grado di governare il complesso momento che stiamo vivendo.

Per Giorgia Meloni adesso la strada si fa non dico in discesa, ma certamente non in salita come qualcuno aveva immaginato.

Superato lo scoglio delle Europee, da qui al 2027 non ci sono più passaggi pericolosi e i tre partiti di maggioranza, liberi dalla ricerca di un consenso immediato, possono tornare a lavorare insieme con ritrovata serenità.

«Se arrivo viva alle Europee, poi si cambia marcia», disse tempo fa Giorgia Meloni. Ecco, ci siamo. Obiettivo raggiunto. Auguri e buon lavoro, che la strada per cambiare questo Paese è ancora lunga.

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