Cronache

"Servono forni crematori". Ora è bufera su dirigente della Protezione Civile

Lo sfogo su Facebook del responsabile della protezione civile di Grado ha creato un mare di polemiche. Il sindaco: "Amareggiato, lo sospenderò immediatamente"

"Servono forni crematori". Ora è bufera su dirigente della Protezione Civile

Stanno creando un vespaio di polemiche le parole del responsabile della protezione civile di Grado (Gorizia) Giuliano Felluga, che ha utilizzato la pagina del profilo Facebook dell'ex assessore provinciale Ilaria Cecot per sfogare tutta la sua rabbia nei confronti dei migranti dopo i fatti avvenuti a Udine nella giornata di ieri, lunedì 3 agosto.

Gli ospiti dell'ex caserma Caverzani, infatti, avevano dato vita ad una furiosa protesta contro la quarantena determinata dal sindaco per motivi di carattere sanitario, data la positività al Coronavirus di alcuni di essi a seguito dell'esame del tampone faringeo. Materassi dati alle fiamme dagli extracomunitari, sassi scagliati contro i rappresentanti delle forze dell'ordine intervenuti sul posto ed ingresso impedito anche ai soccorritori. Una situazione tornata alla calma con grande fatica.

"Non preoccupatevi, stiamo organizzando gli squadroni della morte e nel giro di due giorni riportiamo la normalità", ha scritto Felluga sul social per replicare ad alcuni internauti. "Se non sapete informatevi in prima persona e poi parlate o tacete. A Grado ci sono persone che metterebbero la firma per avere la roba da mangiare che loro buttano via", ha aggiunto, riferendosi agli ospiti dell'ex caserma."E noi sappiamo solo assistere gli stranieri e i nostri non li aiutiamo. Ho le prove di quello che dico, nomi e cognomi". Un post che non ha mancato di scatenare preoccupazione e polemiche, tanto che un'utente ha chiesto spiegazioni al responsabile della protezione civile. "Squadroni della morte? Che significa, Giuliano?". Invece di fare retromarcia, Felluga ha affondato ulteriormente il colpo, replicando in modo ancora più duro. "Quattro taniche di benzina e si accende il forno crematorio, così non rompono più".

La prima a prendere immediatamente le distanze da Felluga è stata proprio l'ex assessore Ilaria Cecot, che ha definito le parole dell'uomo "gravissime, inaccettabili e vergognose". Inutile il tentativo di tornare sui propri passi da parte del responsabile della protezione civile: "Chiedo scusa per quello che ho scritto. Chi mi conosce sa già che non lo penso, è stato uno sfogo senza pensare", ha scritto su Facebook.

Poco dopo è arrivata la dura condanna anche da parte del sindaco di Grado Dario Raguna, il cui intervento è stato sollecitato dalla Cgil regionale. Anche il primo cittadino ha scelto Facebook per esprimere il proprio dissenso. "Non posso che prendere le distanze dalle dichiarazioni di Giuliano Felluga che sono di un tenore inaccettabile e che gettano discredito sulla città di Grado e sulla Protezione Civile, che si era distinta per il fondamentale operato in questi mesi di emergenza sanitaria e in quella dell'acqua alta dell'autunno scorso. Provvederò immediatamente a sospendere Felluga dall'incarico di coordinatore della squadra comunale di protezione civile nelle more di ulteriori determinazioni", ha spiegato Raguna.

"Mi sento particolarmente amareggiato considerato che in questo periodo difficile con Felluga c'è stato un rapporto di grande collaborazione che ha portato importanti risultati per la nostra comunità, ma il tenore delle sue esternazioni non lascia spazio a provvedimenti diversi rispetto a quelli che stiamo adottando", ha concluso.

Commenti