"Grazie giudice". Il marocchino col machete torna libero

Il giudice ha accolto la richiesta di scarcerazione per il 28enne fermato a Torino. Il giovane: "Io sono la vittima"

"Grazie giudice". Il marocchino col machete torna libero

Aveva rincorso un connazionale brandendo un machete, filmato da alcuni passanti mentre seminava spavento nel quartiere Aurora di Torino. La polizia lo aveva arrestato con l'accusa di lesioni aggravate, ma ora Hamza Zarir è tornato libero. Il giudice Piergiorgio Balestretti ha infatti accolto la richiesta del suo difensore, l’avvocata Francesca D’Urzo, di revocare la misura cautelare di detenzione emessa a suo carico. Una decisione accolta con soddisfazione dal 28enne marocchino, il quale - secondo quanto riportano le cronache - ha anche ringraziato il magistrato.

"Grazie signor giudice, grazie", avrebbe affermato l'uomo, che ora avrà solo l'obbligo di firma (misura peraltro già in atto nei suoi confronti per un precedente di ricettazione). Il pronunciamento del giudice è arrivato al termine dell’udienza, al processo con rito abbreviato, nella quale sono stati sentiti alcuni testimoni per fare chiarezza sull'episodio accaduto lo scorso 1° giugno. Quel giorno, Hamza Zarir era stato bloccato dagli agenti mentre si aggirava con un lungo coltello tra le mani, a torso nudo e ferito a sua volta. In un filmato, il ragazzo era stato inquadrato mentre inseguiva un connazionale, al momento non rintraccibile. "Io sono la vittima di un'aggressione: quel machete non era mio, l'ho solo raccolto da terra per difendermi", aveva sostenuto l'imputato durante la convalida del fermo per lesioni aggravate.

Zarir aveva raccontato di essere stato aggredito da un gruppo di spacciatori alla fermata del tram. Una versione confermata anche da un amico che lo accompagnava. "Eravamo andati a firmare alla polizia, stavamo tornando a casa quando un gruppo di ragazzi ha iniziato a strattonare Hamza: avevano coltelli, una catena per biciclette, una stampella come arma, e anche lo spray al peperoncino e il machete", ha detto l'uomo. A quel punto, i due avevano preso un tram per recarsi in ospedale e proprio sul mezzo erano stati fermati dalla polizia. Fatti e circostanze sulle quali ora si sta cercando di fare chiarezza proprio con l'aiuto di alcuni testimoni.

Nella concitazione di quel parapiglia era stata coinvolta e ferita - suo malgrado - anche un'anziana signora marocchina che transitava proprio in quel momento. "Mi sono nascosta dietro a un'auto", ha raccontato la donna all'udienza.

L'imputato ha voluto leggerle una lettera con cui le chiedeva scusa. "Non sono io ad averla colpita, ma mi dispiace", ha affermato il 28enne marocchino, ricevendo il perdono della donna.

L’udienza è stata rinviata a mercoledì quando sarà sentito un altro testimone.

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