La proposta che sarà presentata dal governo greco ai partner sarà basata su quella presentata dal Presidente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker, il 26 giugno, ma con alcune modifiche. Alcuni membri dell’eurozona sarebbero però favorevoli a un "programma ponte" piuttosto che a un programma di due anni di sostegno da parte del meccanismo europeo di sostegno (ESM) ipotizzato da Atene - che durerebbe fino a quando il governo greco voterà su alcune delle misure concordate, provando la sua volontà di fare le riforme. Grazie a questo "programma ponte" - scrive in.gr - si aprirebbero temporaneamente i finanziamenti delle banche greche da parte della Bce e ciò consentirebbe ad Atene di pagare il debito verso la Banca centrale in scadenza il 20 luglio.
Un piano di riforme che ancora non c’è e una richiesta di nuovi aiuti in arrivo. È, al momento, la fotografia dello stallo nei difficili rapporti tra la Grecia e le istituzioni europee. Da una parte, Tsipras chiede un nuovo intervento del fondo salva-Stati, indispensabile anche per sbloccare la liquidità della Bce e dare nuovo ossigeno alle agonizzanti banche greche. Dall’altra, i suoi creditori voglio vedere un impegno concreto, formale, che ancora non c’è, prima di aprire un vero e proprio negoziato. Sullo sfondo, l’ipotesi di una rottura dei rapporti, che aprirebbe la strada al default e, nonostante non sia una strada prevista dai Trattati, all’uscita di Atene dalla zona Euro. La sintesi, al termine dell’Eurogruppo, l’ha fatta il presidente Jeroen Dijsselbloem: "I greci ci manderanno una richiesta di aiuti Esm entro domattina, e un nuovo Eurogruppo telefonico la valuterà, poi ci invieranno una lista di riforme". Con l’invio della lettera di Atene, partirà il meccanismo di attivazione del fondo: "Spero che domani arrivino le proposte e ci sia l’avvio del negoziato", ha aggiunto.
La cronaca della giornata, nella consueta girandola di dichiarazioni e indiscrezioni, si snoda intorno a pochi punti fermi. In una situazione in continua evoluzione, con incontri che in queste ore potrebbero ribaltare improvvisamente il quadro, in un senso o nell’altro. Il presidente del Consiglio europeo Donald Tusk e il presidente della Bce Mario Draghi stanno affrontando la crisi guardandone soprattutto i decisivi aspetti tecnici. Sul piano politico, dopo il colloquio telefonico con Obama, il premier greco Tsipras farà al punto con Merkel e Hollande. Le premesse indicano comunque, ancora, una sostanziale divergenza di approccio. "Dopo la scadenza del secondo programma e la vittoria del no al referendum in Grecia, non abbiamo un quadro per negoziare su un programma con l’Esm", ha scandito la cancelliera tedesca. In ogni caso, ha avvertito, arrivare a un accordo "non è più questione di settimane ma di giorni" e "la solidarietà senza riforme è un sentiero che non possiamo percorrere". In linea, Hollande. "Dobbiamo poter esaminare le proposte greche il più rapidamente possibile. Il nostro obiettivo è tenere la Grecia nell’euro, ma il governo deve presentare delle proposte serie e credibili". Decisamente più ottimista il premier Matteo Renzi.
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