Coronavirus

Dal ristorante alle piscine, ecco chi controlla il Green pass

Da venerdì 6 agosto si dovrà avere la certificazione verde anche per sedersi in un ristorante al chiuso. Oltre 48 milioni di italiani l’hanno già scaricata

Dal ristorante alle piscine, ecco chi controlla il Green pass

Da domani, venerdì 6 agosto, sarà obbligatorio avere il Green pass per sedersi in un locale al chiuso, o anche per poter accedere a una palestra o entrare in un museo. Nella giornata di ieri si è raggiunto il numero record di 61 milioni di Green pass caricati sulla piattaforma e la certificazione verde è già stata scaricata da 48,3 milioni di italiani utilizzando il codice arrivato via sms poche ore dopo l’inoculazione. Qualche problema in più nel Lazio in seguito all’attacco hacker che ha mandato in tilt l’intera rete informatica della Regione, dove però si partirà regolarmente da domani, come nel resto d’Italia. Alessio D'Amato, assessore alla Sanità della Regione Lazio aveva infatti assicurato che ci sarebbe stato al massimo un ritardo di 12 ore. Valida in ogni caso anche la certificazione cartacea data dai centri vaccinali al momento della somministrazione. Due italiani su tre potranno quindi entrare in tutti i luoghi dove il Green pass sarà obbligatorio.

Ecco chi controllerà la validità del Green pass

Ma chi dovrà controllare? Toccherà ai vari esercenti fare da controllori e già sono iniziate le polemiche da parte di ristoratori e titolari di bar e locali che di avere anche questo obbligo farebbero volentieri a meno. In molto hanno chiesto che venga resa valida l’autocertificazione per i clienti, in modo da scaricare la responsabilità ad altri. Il vicepresidente di Fipe Confcommercio Aldo Cursano ha spiegato: “Faremo quanto possibile per favorire il controllo di chi vorrà accedere agli spazi al chiuso, ma serve la possibilità di utilizzare l’autocertificazione per responsabilizzare i clienti. La norma rischia di impedire l’accesso ai locali di giovani e giovanissimi, che sono ancora in attesa di ricevere la prima dose di vaccino”.

Le regole varranno nelle zone di qualsiasi colore. Il Green pass sarà quindi obbligatorio da domani all’interno di bar, ristoranti e qualsiasi altro esercizio pubblico dove vengano consumati cibi o bevande seduti al tavolo. La certificazione verde sarà necessaria anche per entrare nei musei, accedere alle mostre e in ogni altro luogo di cultura, oltre alle palestre, ai centri benesseri e alle piscine. Obbligatoria anche per centri termali, parchi tematici e di divertimento, sale gioco e scommesse, bingo e casinò, centri culturali e ricreativi al chiuso. Mentre non sarà obbligatorio mostrare il certificato nelle piscine all’aperto o per fare sport nei centri con spazi esterni. Nessun obbligo neanche nei centri educativi per l’infanzia o nei centri estivi per i ragazzi. E neppure in chiesa o altri luoghi di culto.

Per alcune attività sarà necessario il certificato anche all’aperto, come per esempio in caso di concerti, eventi sportivi, spettacoli, fiere e sagre. Per coloro che decideranno di sedersi in tavoli all’aperto il Green pass non sarà obbligatorio. Stessa cosa per chi berrà un veloce caffè al bancone del bar, anche se all’interno del locale. Neppure i clienti di alberghi o strutture ricettive saranno obbligati a mostrare il certificato, neanche per accedere al ristorante dell’albergo al chiuso.

Previste esenzioni

Presto arriverà l’obbligo di Green pass anche per salire a bordo di treni, aerei, navi e qualsiasi mezzo pubblico a lunga percorrenza. Tutti i cittadini di età superiore ai 12 anni dovranno quindi avere la certificazione verde, non necessaria invece per gli under 12. Il ministero della Salute dovrebbe nelle prossime ore pubblicare una circolare con tutte le esenzioni previste, comprese quelle per i soggetti che non potranno ricevere la vaccinazione per motivi di salute. Sarà compito del medico certificare l’esenzione.

Il ministero ha spiegato ieri in una circolare anche cosa dovranno fare gli italiani che hanno ricevuto il vaccino, uno dei 4 riconosciuti, o che sono guariti dal virus in Paesi extra europei. La documentazione, in lingua inglese o con traduzione giurata, dovrà essere validata dalle Asl. Il Green pass rilasciato dai centri vaccinali è valido in Italia 15 giorni dopo la prima inoculazione, mentre per andare all’estero sarà valido dopo 14 giorni dalla seconda dose, o comunque dopo aver completato l’intero iter vaccinale. Qualora ci fossero problemi a scaricare il certificato, varrà comunque quello cartaceo rilasciato al momento della somministrazione. Potranno essere valide anche le certificazioni ricevute in tutti i Paesi europei e dell’area Schengen che aderiscono al Green Pass o ottenute da Stati Uniti, Canada, Israele e Giappone.

Chiusura da 1 a 10 giorni e multe

Quando scatteranno chiusure e sanzioni per chi non seguirà le regole? Coloro che proveranno ad accedere senza certificazione in luoghi dove invece il Green pass è obbligatorio, rischieranno una multa fino a 400 euro. Mentre gli esercenti che non controlleranno potranno vedersi chiudere il locale da uno a dieci giorni. Controllare il possesso del certificato sarà infatti compito, oltre che dei pubblici ufficiali, anche dei titolari, dei gestori delle attività del personale da loro delegato, dei proprietari di luoghi dove si svolgono eventi, dei gestori delle strutture sanitarie come le Rsa. Per controllare basterà una app, Verifica19, che i titolari potranno scaricare sul loro telefono. Inquadrando il Qr code si vedranno le generalità dell’intestatario e la validità. Nessun altro dato sensibile. Se richiesto, sarà obbligatorio mostrare un documento di identità. In caso di certificato scaduto apparirà un semaforo rosso. Per chi non è stato vaccinato basterà un tampone con esito negativo effettuato nelle 48 ore precedenti. Il commissario straordinario Paolo Figliuolo presenterà alle Regioni una proposta di costo per abbassare il prezzo circa del 50% dei test antigenici. Un tampone potrebbe in questo modo venire a costare 10 euro, o anche dai 6 ai 7 per i ragazzi di età compresa tra i 12 e i 18 anni. Dopo 48 ore il test non sarà più valido.

Marrone: "Hanno ragione gli esercenti"

L'assessore della Regione Piemonte agli Affari Legali Maurizio Marrone, Fratelli d'Italia, ha dichiarato: "Hanno perfettamente ragione le associazioni di commercianti ed esercenti quando affermano che un ristoratore non ha alcun obbligo e titolarità di identificare i propri clienti esigendo l'esibizione dei documenti di identità, quantomeno nell'ordinamento giuridico italiano. Per questa ragione oggi provvedo a inoltrare un quesito formale al Garante Nazionale della Privacy per avere conferma che agli esercenti privati non possano, e non debbano, essere attribuite funzioni tipiche dei pubblici ufficiali".

L'assessore ha inoltre affermato che non ci sarà alcuna sanzione e misura repressiva fino a quando l'autorità preposta alla tutela dei dati personali non farà chiarezza.

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