Cronache

Ecco le sanzioni per chi non ha il green pass

Multe fino a 1.000 euro, denunce nei casi più gravi: ecco tutte le sanzioni per chi non esibisce un green pass valido e cosa accade ai gestori dei locali

Ecco le sanzioni per chi non ha il green pass

Come ci siamo da poco occupati al Giornale, dal 1° settembre è scattato l'obbligo di green pass anche a bordo dei mezzi per il trasporto di lunga percorrenza: dai treni ad alta velocità, ai traghetti ed agli spostamenti aerei nazionali, per viaggiare è necessario esibire il certificato verde per dimostrare la vaccinazione effettuata, un tampone negativo nelle ultime 48 ore o la guarigione dalla malattia. Ma cosa succede ai furbetti che non saranno provvisti del certificato verde?

Le sanzioni per chi è senza green pass

A differenza di quanto accade per navi, aerei e bus dove i controlli saranno svolti al momento dell'imbarco (non potranno salire coloro sprovvisti di green pass), le verifiche sui treni saranno svolte a bordo: bisognerà mostrare il Qr code quando il personale di bordo passerà tra i viaggiatori per richiedere il titolo di viaggio. I passeggeri che non saranno in grado di mostrare una certificazione verde valida, rischia la multa da 400 a 1.000 euro e saranno costretti a recarsi in una zona isolata del treno e poi a scendere alla prima fermata disponibile ed essere affidati a pubblici ufficiali che decideranno la tipologia di sanzione. Situazione ancora peggiore a chi falsifica i dati (data falsa di un tampone, del certificato di guarigione o green pass di un'altra persona) che può andare incontro anche ad una denuncia. Da queste misure restano ovviamente esclusi tutti gli under 12 e coloro che non si sono potuti vaccinare per motivi di salute.

Cosa accade ai gestori dei locali

Il gestore del locale che non controlla il possesso del green pass rischia la multa da 400 a 1.000 euro e, in caso di violazione reiterata per tre volte in tre giorni diversi, "l’esercizio potrebbe essere chiuso da 1 a 10 giorni": è quanto recita la circolare del Viminale sulle regole da seguire. Il gestore è punito, quindi, se non chiede al cliente il green pass all’ingresso del locale ma non è ritenuto responsabile della presentazione di green pass falsi, a meno che siano palesi le incongruenze della certificazione esibita.

Il paradosso di Trenitalia (e non solo)

Le giuste restrizioni cozzano con quanto accade al personale ferroviario che lavora sui treni: per capitreno, personale di bar e ristorante, non è richiesto il green pass. Come mai? Trenitalia ha spiegato che per i 10mila dipendenti che lavorano sui convogli, siano dipendenti diretti o indiretti, il decreto legge del 6 agosto non prevede alcun obbligo. In pratica l'azienda, nonostante sia una società per azioni controllata dal Ministero dell'Economia, ha le mani legate e non può costringere i dipendenti a immunizzarsi, né a fare il tampone, è obbligatoria solo la mascherina. er cancellare questa anomalia, serve un decreto che imponga a tutti coloro che stanno a contatto con il pubblico l'obbligo del green pass. Nella stessa condizione ci sono anche i camerieri, i ristoratori, i dipendenti allo sportello degli uffici pubblici e delle banche.

Più voci autorevoli hanno invocato l'obbligo dalle colonne di questo Giornale ma ora è la politica, ministro Speranza in testa, che deve battere un colpo: purtroppo, anche questo è uno dei tanti paradossi all'italiana.

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