Cronache

Il bilancio del Conte Bis è drammatico: "Così ci hanno messo in ginocchio"

L'eredità dei giallorossi? Un anno di chiusure e mancati ristori. L'urlo disperato dei ristoratori: "Siamo stremati, così non si può andare avanti".

Il bilancio del Conte Bis è drammatico: "Così ci hanno messo in ginocchio"

La speranza adesso ha le sembianze di Mario Draghi e del suo esecutivo. Riusciranno a riparare agli errori del passato? "Siamo allo stremo, rimanere in piedi dopo un anno di pandemia non è stato affatto facile". Parla così Camilla Moccia, titolare di un piccolo bistrot a pochi passi dal lungomare di Ostia. E non solo. Camilla è diventata un simbolo, il simbolo della sofferenza di un’intera categoria. Dopo l’annuncio del passaggio del Lazio in zona rossa, è crollata. Si è accovacciata in un angolo della cucina, con la testa tra le mani. Sua madre l’ha immortalata proprio in quel momento e, una volta pubblicato sui social network, lo scatto è diventato virale, finendo persino sul Times britannico e su un quotidiano australiano.

Così da giorni il cellulare di Camilla squilla ininterrottamente. Anche quando la incontriamo è al telefono. Segna sul taccuino l’orario di una diretta tv o cerca di sostenere un collega nella stessa sua situazione. "In quel momento sono davvero crollata, non me l’aspettavo una nuova chiusura, non ero preparata", ci racconta. "Mi veniva soltanto da piangere, poi – continua – ho capito che non potevo buttarmi giù, altrimenti non mi sarei più rialzata". Camilla è giovanissima.

Ha soltanto 22 anni e dopo aver frequentato l’alberghiero ha deciso di aprire un ristorante tutto suo. I suoi genitori hanno lasciato i rispettivi impieghi per sostenerla in quest’avventura. Il padre l’aiuta in cucina e la madre in sala. "La pasta all’uovo è sempre fresca, la faccio io", ci dice con una punta d’orgoglio. Ma non si illude. Sa che se si continua così l’unica alternativa sarà quella di abbassare la saracinesca. "Noi lavoriamo soprattutto la sera, e il delivery non è mai decollato, se questa situazione si protrarrà ancora non so come faremo ad andare avanti", ci confessa.

Dall’inizio della pandemia ad oggi le sono arrivati solo 4mila euro di ristori. "Cosa me ne faccio? Mille euro al mese se ne vanno via soltanto d’affitto", si lamenta. A preoccuparla sono anche le nuove raccomandazioni sul distanziamento suggerite da Iss e Inail, che prevedono una distanza di due metri tra i commensali. "È una follia. In un locale piccolo come il mio non sono immaginabili. Rimarrei con due coperti, sarebbe la rovina", spiega la ragazza, che ieri ha ricevuto la visita della sindaca di Roma, Virginia Raggi.

"Gli aiuti arrivati durante tutto il 2020? Una mancia. Non sappiamo più come tenere in piedi le nostre aziende", denuncia Roberta Pepi di Roma più bella, associazione che riunisce decine di ristoratori romani, e proprietaria di un locale storico nel centro della Capitale. Il decreto Sostegni varato dal governo è solo l’inizio della ripresa: "Con il governo Conte ci hanno proposto solo anestetici, ora ci aspettiamo di più, serve una totale ristrutturazione fiscale, soprattutto per le aziende che stanno attraversando la crisi".

L’esonero del pagamento del canone Rai per tutto il 2021 e i rimborsi a chi ha perso almeno il 30 per cento del fatturato rispetto all’anno precedente, contenuti nell’ultimo pacchetto anticrisi, sono un segnale positivo. Per Paolo Bianchini, presidente di Mio Italia, sigla di riferimento di molti imprenditori del settore, ora però bisogna concentrarsi sui costi fissi per le imprese: "Con l'abbassamento al 30 per cento, in una prima bozza del decreto era previsto il 33, abbiamo salvato migliaia di aziende". "Ora, però, - aggiunge - bisogna intervenire anche su bollette e affitti, altrimenti con la fine del blocco degli sfratti scoppierà una vera e propria bomba sociale". "Dopo dodici mesi non può più parlare di emergenza, chi ha gestito la situazione finora ha sbagliato qualcosa", attacca.

La proposta del Mio è quella di "riaprire subito dopo Pasqua ma con le vecchie regole". "Le nuove linee guida – conclude – possono pure scordarsele: sono inapplicabili e condanneranno a morte il 50 per cento dei ristoranti". La svolta potrebbe arrivare con il decreto di aprile. "Il dl sostegni – ha promesso a Matteo Salvini – è il primo mattoncino, ma occorrerà fare molto di più". In programma c'è un nuovo scostamento di bilancio. "Con 20 miliardi non vai da nessuna parte", dice il leader della Lega.

Ecco perché, a detta di Salvini, il governo sarebbe pronto a mettere in campo "anche 100 miliardi".

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