Due mesi di ospedale. Due mesi pesanti, per curarsi al reparto oncologico da un cancro che la tormenta. E al rientro al lavoro la sorpresa: una lettera di licenziamento. È successo a una 40enne, Simona, impiegata nel centro commerciale di Roma Est, nella Capitale.
"Superamento del periodo di comporto". Poche parole, sterili, per annunciare alla donna che un posto non ce l'ha più perché, per farla breve, è stata assente troppo a lungo. E il contratto, scrive l'Usb (Unione sindacale di base) di fatto "è stato applicato alla lettera".
L'azienda dove lavorava la 40enne, una grossa catena di elettronica con negozi in un gran numero di Paesi europei, "non ha avuto nessun riguardo per la lavoratrice", scrive il sindacato, che accusa un sistema in cui chi lavora è solo "mero strumento di produzione, al pari di uno scaffale".
Per questo l'Usb ha già annunciato che impugnerà il contratto e
chiederà il reintegro per la donna, puntando anche su una recente sentenza che ha consentito a una 52enne a Brindisi, impiegata da una multinazionale, anche lei malata di cancro, di fare lo stesso percorso.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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