"Ho un milione di dosi: interessa?". Ora spuntano i furbetti del vaccino

Una schiera di intermediari bombarda le Regioni per procurare lotti aggiuntivi di vaccini anti Covid. Prezzo: dalle 3 alle 10 volte in più. Tra provvigioni promesse e rischi bufala, scavalcare i canali ufficiali non conviene. Ecco perché

"Ho un milione di dosi: interessa?". Ora spuntano i furbetti del vaccino

O si celano dietro mail anonime o chiamano direttamente ai numeri che contano. Dal Brasile, dalla Svizzera, dagli Stati Uniti. Il canale è doppio, ma il mercato parallelo dei vaccini anti Covid è arrivato già ovunque. Tutto alla luce del sole e legale, o quasi. I “furbetti” del vaccino si propongono alle Regioni come intermediari per l’acquisto dalle case farmaceutiche di dosi aggiuntive di siero. Costo: dalle 3 alle 10 volte quello praticato dalle Big Pharma. Un’offerta che, con le campagne vaccinali al palo per i tagli alle forniture, fa comunque gola a molti. Ma, oltre al rischio contraffazione, il gioco non vale la candela.

Un “affare” da pagare 10 volte

Ci avevano già provato con i tamponi. Ora ci ritentano con i vaccini. La richiesta è alta e l’offerta si organizza. Roma. Settimana scorsa, riporta il Corriere della Sera, arriva una chiamata alla struttura regionale per l’emergenza. Dal Brasile: “I tamponi non li avete voluti, ora vedo che avete problemi con i vaccini. Io posso farvi avere almeno un milione di dosi. Interessa?”. L’antidoto in ballo è quello AstraZeneca, fresco di autorizzazione e molto discusso per l’efficacia non garantita per gli over 55. Il prezzo è alto, ma trattabile. Oscilla tra i 15 e i 20 euro a dose. In pratica, oltre 10 volte il prezzo strappato dall’Unione europea, che l’ha pagato 1,78 euro. Troppo. E da Roma declinano: “No, grazie”.

Anche Arcuri nel mirino

Sede della struttura commissariale per l’emergenza. Qui non telefonano, ma mandano tre tre mail da tre indirizzi diversi. Il destinatario è sempre lo stesso: il super commissario Domenico Arcuri. Anche in questo caso si offrono dosi aggiuntive di vaccini anti Covid. Di AstraZeneca, ma anche del più ambito, e costoso, di Pfizer. “Milioni di dosi in più” vendute a prezzi maggiorati rispetto a quelli pattuiti da Bruxelles. L’origine è garantita. “Arrivano diretti dalle case farmaceutiche”, assicurano. Peccato che, incrociando i dati sulla provenienza degli indirizzi mail dei sedicenti mediatori, l’affare sembri più una tentata “fregatura”, segnalata subito al Nas, il Nucleo antisofisticazioni dei carabinieri.

Vaccini e mazzette da un milione

Non sempre, però, i broker sanitari puntano alle Regioni a caccia di vaccini. Milano, 8 febbraio. Il commercialista Alessandro Arrighi e l’imprenditore Luigi Crespi, entrambi con diversi agganci in Regione, raccontano a PiazzaPulita su La7, vengono contatti da un intermediario. Italiano, ma con una società in Italia e una in Svizzera, propone una fornitura perfettamente legale. I vaccini verrebbero consegnati alla società svizzera, che non fa parte dell’Ue e non ha divieti all’acquisto in proprio. Per poi essere trasferiti in Italia. Gli AstraZeneca costerebbero 13 euro a fiala invece di 1,78 e i Pfizer 75 euro. Quando la Commissione europea ne ha sborsati 12. Non solo. Il mediatore italo-svizzero tenta di ingolosire i due intermediari con una provvigione da 20 centesimi a fiala. Che moltiplicato per le 10 milioni di dosi aggiuntive gli garantirebbe una mazzetta da 1 milione di euro a testa. L’offerta puzza e l’affare salta. Ci si chiede come i sedicenti mediatori possano sapere a chi rivolgersi? Ma soprattutto come possano acquistare vaccini originali dalle case farmaceutiche? AstraZeneca, contattata da PiazzaPulita, nega che sia possibile. Anzi, lancia l’allerta sul rischio bufale. Vaccini contraffatti, inefficaci, o peggio dannosi. E in più strapagati.

Un affare che non conviene

Veneto, Friuli, Emilia Romagna, Campania. Tutte le Regioni sono a caccia di dosi aggiuntive per accelerare campagne vaccinali che vanno a rilento. Gli annunci sono ufficiali e i telefoni squillano. Dagli Stati Uniti per Zaia, dall’Europa dell’Est per Bonaccini. Le Regioni, Veneto in testa, stanno inviando richieste formali all’Aifa per l’autorizzazione a importare vaccini, in aggiunta e in parallelo alle forniture nazionali, pattuite da Bruxelles. I contratti europei, infatti, vietano l’acquisto in solitaria solo agli Stati, ma non alle Regioni. Insomma, nonostante le trappole e i rischi contraffazione, l’acquisto fai da te tramite mediatori privati sarebbe anche legale. Peccato che, a conti fatti, il gioco non valga la candela. Mettiamo che una Regione riesca a comprare in proprio un milione di dosi, quel milione di dosi potrebbe venirgli scalato dalla fornitura nazionale già programmata. E il milione di dosi che le spettava, e che si è bruciata con l’acquisto in solitaria, se lo spartiscono gli altri.

Così si perdono i vaccini sicuri per altri che non si sa se arrivano e magari sono contraffatti, inefficaci o dannosi. Che si pagano anche dieci volte di più. Insomma, il mercato parallelo dei vaccini messo in piedi dai “furbetti” di turno pare più una “fregatura”.

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