I centri sociali senza pudore: occupano convento e la chiesa

A Napoli gli attivisti per il diritto alla casa sfrattano le suore dal convento di San Pietro a Majella, confinandole al quinto piano dell'edificio: le religiose sono troppo terrorizzate anche per parlare

I centri sociali senza pudore: occupano convento e la chiesa

Le botte, i colpi sordi sul portone, poi l'assalto alle camere.

Le suore asserragliate nelle stanze in fondo al corridoio, con il cuore in gola. Un lungo silenzio, quindi un isolamento che dura da due mesi.

Succede a Napoli, dove il convento di San Pietro a Majella in piazza Miraglia è stato occupato abusivamente dal centro sociale "Magnammece o' pesone". Una trentina di persone, compresi alcuni bambini, che hanno spodestato le suore confinandole al quinto piano dell'edificio. E facendo chiudere anche la chiesa.

Le religiose, contattate dall'edizione partenopea del Corriere della Sera, sono evidentemente spaventate da eventuali ritorsioni da parte dei ragazzi del centro sociale. "Sono persone comunque tranquille e perbene - provano a schermirsi - Rispettosi della nostra privacy. Abbiamo chiesto di tenere a bada i bambini almeno dalle sei alle otto nel nostro momento di preghiera"

"Fu terribile - racconta la superiora parlando dell'occupazione - un atto di violenza che non dimenticheremo. Forzarono il portone d’ingresso e noi all’improvviso sentimmo trambusto, gente che entrava, urlava. Pensammo al peggio. E quando poi ci rendemmo conto che si trattava di un’occupazione abusiva con intenti comunque pacifici ci rasserenammo. Son trascorsi due mesi e all’inizio è stato terribile. Ora un po’ ci siamo abituate, ma certo non può essere una situazione ideale.

Questa è una casa religiosa, è la nostra casa. Con le nostre abitudini, le preghiere e l’intimità sacra di un convento."

La domanda è quindi una sola: perché il sindaco De Magistris, Savonarola dell'ordine e della legalità, non interviene a ripristinarli?

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