I complici dei falsi invalidi? Medici, politici e passacarte

A Pavia erano tre dipendenti Asl, arrestati ieri, a fabbricare finti disabili. L’Inps sta revocando 3 assegni su 10: dietro a ciascuno una rete di appoggi

I complici dei falsi invalidi?  Medici, politici e passacarte

In tempi di vacche magre fa piacere sapere che durante una verifica straordinaria, l’Inps ha tagliato tre pensioni di in­validità su dieci analizzando 250 mila posizioni, ma fa anche molta rabbia sapere che è stata scoperta un’ennesima truf­fa per 800 mila eu­ro ai danni del­l’Istituto di previ­denza perché alla fine i gabbati sia­mo sempre noi che foraggiamo pensioni d’invali­dità inesistenti e furbastri che al massimo si becca­no sei mesi di gale­ra dopo aver ruba­to soldi per anni al­la collettività. E, a sorpresa, la noti­zia della truffa non arriva dalla solita Napoli,ma dall’in­sospettabile Pa­via. Dove tre di­pendenti della Asl, arrestati ieri, si erano concentrati sugli assegni di accompagnamento.

Con il con­senso di amici e parenti, comuni­cavano falsame­nte per via telema­tica all’Inps che queste persone ri­sultavano eredi di invalidi civili de­ceduti che non avevano ricevuto in vita l’accompagnamento. E l’Inps pagava ai finti eredi. Che spartivano il danaro con il creati­vo terzetto. Per esempio, Raffaella Barbieri, oltre ad aver personal­mente incassato arretrati di inden­nità per accompagnamento (in una sola rata ben 23.000 euro), ha elargito soldi pubblici all’intero quartiere: al proprietario e a due dipendenti di un negozio di artico­li sportivi, alla propria parrucchie­ra e, perfino ad una persona poi trasferitasi in Australia. Un altro truffatore, Mauro Moroni ha inve­ce dato soldi alla mamma e alla zia.Tutto denaro che ora l’Inps do­vrà farsi restituire. Ma ce la farà? La trafila è lunghissima. A Paler­mo è ancora in corso il maxi-pro­cesso a mille falsi invalidi. Una mi­riade di procedimenti davanti al giudice monocratico, condanne per sei mesi e restituzione degli ar­retrati. Ma è una goccia nel mare dei processi. Lo stock del conten­zioso nel 2010 era di circa 850mila cause pendenti e ben 360mila si ri­feriscono all’invalidità civile. Nel corso del 2010 le nuove cause so­no calate del 6,7% (circa 157 mila) rispetto al 2009 ma sono state pur sempre 157 mila.E l’Inps vince po­co più della metà dei processi (il 58%), non certo la totalità.

Insomma contro le false pensio­ni d’invalidità la lotta è durissima. Anche perché il finto invalido è l’ultimo anello di una catena di complici che vengono stanati quando scoppia uno scandalo. Ma dove si annidano questi mae­stri della truffa? Sono spesso delle serpi in seno alla grande Inps. Op­pure si appostano nelle commis­sioni mediche Asl o anche nei co­muni. Per esempio, a Napoli, do­ve una pensione su tre è versata a un invalido, una talpa all’interno dell’Inps falsificava certificati e li­quidava con disinvoltura assegni a chi pagava di più.E c’era una bel­la lunga lista di attesa che aspetta­va di ottenere una pensione non dovuta. Poi ci sono i clan malavito­si che gestiscono molto spesso la fabbrica dei falsi invalidi. In un ca­so risolto dalla Procura di Napoli si è scoperto che le cosche aveva­no assoldato alcuni colletti bian­chi che accertavano false invalidi­tà mentali ( i finti pazzi) o oncologi­che (finti ammalati di tumore). In questo caso le certificazioni asso­lutamente false venivano presen­tate ai comuni e poi girateall’Inps che provvedeva alla liquidazione. Altri complici si annidano nelle commissioni mediche: nel Siracu­sano gli abitanti alla ricerca di un assegno, si rivolgevano a un medi­co con la passione per la politica e guaritore al contrario: aiutava i compaesani a diventare invalidi. A Taranto, dove c’è un invalido ogni due famiglie, la commissio­ne di verifica dell’Inps ha rilevato cartelle mediche di sedicenti ma­lati di mente che da soli conduco­no aziende. Anche i politici riesco­no a tramutare persone sane in malate. In Sicilia, un assessore co­munale prometteva pensioni in cambio di voti e dettava ai medici compiacenti le percentuali di han­dicap da assegnare: 74, 74, 100. Ma a volte non c’è neppure biso­gno dei medici per falsificare la re­altà. Basta avere agganci in comu­ne. Qui il sodalizio criminale può essere molto variegato. A Napoli pubblici ufficiali realizzavano ver­bali di accertamento d’invalidità falsi che venivano consegnati al­l’Ufficio invalidi civili e utilizzati per falsi decreti di riconoscimen­to delle pensioni.

I falsi decreti ve­nivano poi trasmessi all’Inps che, indotto in errore, pagava.

Presto, si spera, si saprà anche chi ha aiutato il falso cieco 57enne di Bitonto (Bari) denunciato ieri per i 323mila euro di pensione d’invalidità incassati in 25 anni.

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