I contagi preoccupano: si pensa alla mascherina anche all’aperto

Conte sta pensando di prorogare lo stato d’emergenza al 31 gennaio 2021. I dato di ieri è il peggiore da aprile. Movida estiva e riapertura delle scuole ne sono forse la causa

I contagi preoccupano: si pensa alla mascherina anche all’aperto

Tante le possibili cause dell’impennata di contagi registrata ieri: 2.548. C’è chi dà la colpa alla movida estiva, chi alla riapertura delle scuole e chi ai tanti tamponi che l’Italia sta effettuando, toccando il record di 118mila in sole 24 ore. In ogni caso il dato di ieri è il peggiore da cinque mesi, da aprile non si riscontaravano infatti numeri simili. E l’impennata di positivi è degna di nota: +39% rispetto al giorno precedente. Roberto Speranza, il ministro della Salute, ha reso noto che aspetterà comunque i prossimi giorni per decidere sul da farsi. Intanto il provvedimento che potrebbe essere preso prossimamente è quello di reintrodurre in tutta Italia l’obbligo di mascherina anche all’aperto. Il provvedimento potrebbe già essere presente nel prossimo Dpcm del 7 ottobre, che dovrà prorogare le misure in scadenza.

Mascherina anche all'aperto

Zingaretti sta già pensando di rimettere l’uso della mascherina all’aperto nel Lazio, dopo che, nella giornata di ieri, i nuovi positivi hanno raggiunto quota 265 e il valore dell’Rt, l’indice di contagiosità, è risultato pari a 1,09, leggermente sopra la soglia di sicurezza fissata a 1. Il governatore della Campania, Di Luca, starebbe addirittura pensando a un nuovo lockdown, dopo che il numero di casi è passato in sole 24 ore da 287 a 390 nuovi contagi. Mai avvenuto prima in Campania. Preoccupante la situazione in Veneto, dove si è passati da 155 a 445 nuovi positivi.

Intanto, il presidente del consiglio Giuseppe Conte, prima del boom di contagi di ieri, aveva già pensato di prorogare lo stato d’emergenza fino al 31 gennaio del prossimo anno. E in effetti, come fa notare Repubblica, al governo conviene prorogarlo. Intanto perché altrimenti il commissario Domenico Arcuri dal prossimo 15 ottobre se ne dovrebbe andare, e poi anche per iniziare i lavori per mettere in sicurezza gli oltre 5 mila posti letto di terapia intensiva, creati in fretta e furia in piena epidemia. Non prorogare al 31 gennaio lo stato d’emergenza significherebbe anche terminare lo smart-working.

La situazione odierna rispetto allo scorso aprile

I numeri di ieri fanno ritornare con la mente al mese di aprile, con una differenza però, cinque mesi fa si raggiungevano più di 400 morti in un solo giorno, ieri i decessi sono stati 24. Stesso discorso per i ricoveri nei reparti di terapia intensiva: 2.173 ad aprile, 291 fino a ieri, con un +11 rispetto al giorno precedente. Un'altra considerazione importante riguarda il numero di tamponi effettuati. Lo scorso 24 aprile erano stati la metà di quelli fatti ieri, 118mila. Adesso si pensa infatti anche a intercettare eventuali soggetti asintomatici, al fine di evitare che il virus possa circolare indisturbato. Cosa che invece accadeva prima. Infatti, se si va a guardare, l’aumento del numero di positivi non corrisponde a un aumento altrettanto importante dell’indice di contagiosità, il famoso Rt.

Secondo Walter Ricciardi, consulente del ministro della Salute, come spiegato a Repubblica, “i dati sui contagi sono molto preoccupanti, purtroppo paghiamo adesso lo scotto della movida estiva. I giovani sono tornati a casa e dopo essersi contagiati tra loro, contagiando poi i loro familiari”. Forte del fatto che da luglio l’età media dei soggetti positivi al virus è compresa tra i 29 e i 41 anni. Preoccupato anche il virologo Burioni che ha lanciato un appello alla popolazione chiedendo di mantenere la distanza di sicurezza, lavarsi le mani, indossare la mascherina ed evitare di frequentare luoghi affollati.

La situazione è ben peggiore a Madrid, tanto da portare il ministro della Salute spagnola a chiedere consigli al suo collega italiano, sottolineando che il governo aveva chiesto il lockdown e la Capitale iberica aveva invece negato la richiesta.

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