Coronavirus

I dati della Valle d'Aosta preoccupano. Ecco che cosa sta succedendo

In Valle d'Aosta l'indice di contagio R(t) ha superato quota 1. Il presidente dell'Iss, Silvio Brusaferro: "Non vorrei che la Valle d'Aosta diventi un caso"

I dati della Valle d'Aosta preoccupano. Ecco che cosa sta succedendo

"Non vorrei che la Valle d'Aosta diventi un caso". Lo sottolinea il presidente dell'Istituto superiore di sanità, Silvio Brusaferro, presentando i dati dell'ultima settimana, relativi al monitoraggio del livello di rischio contagio nelle Regioni italiane. Dal report settimanale sull'epidemia presentato oggi dall'Iss, infatti, emerge un dato che fa drizzare le orecchie agli esperti. L'indice di contagio R(t) della Valle d'Aosta ha superato quota 1.

L'indice di contagio R(t) descrive il tasso di contagiosità della malattia, nella situazione attuale, cioè dopo l'applicazione delle misure di distanziamento sociale e di contenimento del nuovo coronavirus. I nuovi malati permettono di fare una stima della trasmissibilità del virus, cioè quante persone può infettare una persona che ha contratto il Covid-19. Se questo numero si mantiene sotto l'1, significa che l'epidemia è sotto controllo.

Ma, questa settimana, la Valle d'Aosta ha registrato un tasso di contagiosità pari all'1,06, sfondando la soglia del contenimento dell'epidemia e portando la Regione sotto la lente di ingrandimento degli esperti. La valutazione del territorio viene considerata "bassa-moderata", ma in "osservazione", essendo passata a un livello 2/3 (rispetto al livello 2 relativo alle zone a rischio basso).

In conferenza stampa, Brusaferro ha spiegato che il report mostra un livello "basso" di rischio contagio in tutte le altre Regioni italiane, ad eccezione appunto della Valle d'Aosta. Il più basso è stato registrato il Calabria, con 0,17, ma anche gli altri territori sono sotto quota 1: l'Abruzzo segna 0,86, la Basilicata 0,63, la Campania 0,45, l'Emilia Romagna 0,49 e il Friuli Venezia Giulia 0,63. Nella fascia di contenimento dell'epidemia anche Lazio con 0,71, Liguria con 0,52, Marche con 0,48, Molise con 0,51 e Piemonte con 0,39. Buoni risultati anche a Bolzano (0,45), Trento (0,77), Puglia (0,56), Sardegna (0,27), Sicilia (0,69), Toscana (0,59), Umbria (0,53) e Veneto (0,56).

Anche la Lombardia è sotto il livello di "allerta", con 0,51, e considerata a un livello 2, ma rimane sotto osservazione. A preoccupare, infatti, è l'andamento dell'indice R(t) a Milano e provincia, che sta lievemente salendo.

"La capacità di intercettare è la chiave di lettura di questa e delle prossime settimane- ha precisato Brusaferro in merito ai dati della Valle d'Aosta- Perchè non possiamo escludere un aumento, ma legato alla capacità di intercettare i casi, e questo è soprattutto vero laddove i casi sono pochi".

La scorsa settimana erano finite sotto osservazione anche Umbria e Molise "dove ci sono stati piccoli picchi, subito rientrati", segno di un continuo cambiamento della situazione: "C'è una grande oscillazione", ha infatti sottolineato il presidente dell'Iss parlando dell'indice di contagiosità. Ma, rassicura Brusaferro, "R(t) non è una pagella, è uno strumento dinamico che ci aiuta a capire cosa sta succedendo e va letto insieme agli altri dati"

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