La scienza attualmente è impegnata per tentare di dare una risposta a una domanda precisa: i guariti da Coronavirus quando potranno essere definitivamente "liberati" e ritenuti non più contagiosi? Stando allo studio dell'Istituto Mario Negri di Bergamo, fatto in collaborazione con l'Istituto Superiore di Scienze Sociali di Parigi, verso la fine di aprile potrebbero essere 115mila le persone in età lavorativa dichiarate infette mediante tampone. Se le attuali curve statistiche non dovessero subire notevoli variazioni, agli inizi di giugno potrebbe essere raggiunta quota 130mila.
Il periodo durante il quale la persona malata diffonde il virus nell'ambiente assume dunque un'importanza significativa: in media i pazienti gravi lo diffondono per 20 giorni, ma ci sono anche dei casi in cui questa fase può durare addirittura 37 giorni. Va sottolineato che senza avere il test diagnostico, ripetuto più volte, non si può essere considerati guariti: la diffusione del Covid-19 potrebbe avvenire anche dopo la scomparsa della febbre e dei sintomi più gravi. Le stime preliminari dicono che i portatori asintomatici potrebbero arrivare al 18-30% di tutta la popolazione contagiata: un aspetto verso cui andrebbe posta molta attenzione al fine di evitare una seconda ondata dell'epidemia. Un'informazione che però - secondo lo studio del Mario Negri - "non è stata ampiamente comunicata al pubblico". Questi dati di fatto devono servire non per creare allarmismo ma per "sviluppare un metodo razionale e diffuso per combattere l'epidemia a livello individuale e collettivo". La parola chiave resta infatti "prevenzione".
Il pericolo
Come riportato dal Corriere della Sera, Giuseppe Remuzzi ha lanciato un avvertimento chiaro: "Un guarito, uno solo, che si aggira inconsapevole di essere ancora contagioso, e ricominceremmo daccapo". Il direttore del Mario Negri ha fatto notare che fino ad ora dalle autorità è stata fornita una comunicazione "incentrata su alcune cose comunque importanti, come l'isolamento sociale". Il prossimo obiettivo sarà quello di "coinvolgere i cittadini, fornendo le conoscenze che li aiutino a uscire in sicurezza dalle loro case".
Tamponi per chi si considera guarito? Estenderli anche ai suoi familiari? Potrebbe non bastare. Occorre infatti una strada precisa, un nuovo protocollo: "Il medico di base non può lasciar andare via subito l'ex malato.
Deve rivolgersi alla Asl, ognuna delle quali ha bisogno di mezzi e di organizzazione per i controlli senza aspettare quindici giorni per vedere se un paziente è negativo. Mandando in giro guariti veri, aiuteremo l'economia".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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