I No Tav alzano il tiro Sul treno sei molotov

Gli ordigni erano piazzati nella cabina del macchinista pronti a esplodere Gli inquirenti seguono la pista anarchica

Francesca Angeli

RomaLa cabina di comando di un treno Frecciargento fermo a Bolzano imbottita di molotov e una data, 25 aprile, che non può essere stata scelta a caso. Per la Digos e gli investigatori nessuna pista va esclusa ma la più accreditata è quella di matrice anarchica e dei movimenti No-Tav, visto che oggetto dell'attentato è un treno ad alta velocità e la ricorrenza, sottolineano le forze dell'ordine, «non è casuale».

E invece è davvero soltanto per un caso che l'ordigno rudimentale non sia scoppiato. Il treno Frecciargento sarebbe dovuto partire da Bolzano per Roma ieri mattina alle 7.11. Quando il macchinista si è avvicinato alla cabina di comando per prepararsi alla partenza ha trovato l'accesso bloccato da un nastro bianco e rosso (di quelli che si usano per il lavori stradali) con due cartelli con la scritta «esplode».

La «bomba fai da te» ma non per questo meno pericolosa era stata allestita con due sacchi dell'immondizia imbottiti con bottiglie di plastica piene di benzina, cinque in tutto. Una sesta bottiglia conteneva pure diavolina (quella usata per l'accensione dei barbecue) e fiammiferi.

Dopo aver rotto un finestrino e calato la bomba gli attentatori avrebbero dovuto farla esplodere con un innesco rudimentale preparato con stelle filanti luminose che però si è spento prima di raggiungere la benzina.

Il macchinista ha dato subito l'allarme e sul posto sono intervenuti gli artificieri della questura di Bolzano, la Digos e il pm Andrea Sacchetti al quale è stata affidata l'inchiesta.

Anche se rudimentale l'ordigno avrebbe potuto provocare danni gravi come ha sottolineato il questore di Bolzano, Lucio Carluccio.

L'attentato di ieri ha destato preoccupazione tra gli inquirenti. Se la matrice No-Tav verrà confermata, come è probabile, si tratterebbe di un passo avanti nella strategia del movimento anarchico che prima d'ora non aveva mai colpito nell'Alto Adige ma sempre nella zona di Trento.

Ieri è stata una giornata di lavoro a tempo pieno per i No Tav che hanno manifestato anche in piazza Duomo a Milano mentre si svolgevano le celebrazioni per il 25 aprile. Gli antagonisti si sono arrampicati su una delle impalcature allestite per le celebrazioni e hanno esposto uno striscione «contro il fascismo delle camice nere e della Lega, del Partito Democratico, della polizia, dei Cie, degli sgomberi, del Jobs Act, del Tav e dell'Expo. Ai nostri posti ci troverete ieri, oggi e domani. Partigiani e sovversivi».

Proprio un paio di giorni fa un gruppo di operati che lavorano all'Alta Velocita dopo aver raccolto un centinaio di firme ha rivolto una lettera aperta allo scrittore Erri De Luca, che sostiene il movimento No-Tav, invitandolo a visitare il cantiere per capire come si vive «nell'unico cantiere d'Italia costretto a lavorare sotto attacco», ricordando in particolare un collega ferito e rivendicando il diritto a lavorare senza l'incubo degli attentati.

Risale a poche settimane fa il ritrovamento di un altro ordigno piazzato

sui binari lungo la Venezia- Padova, ugualmente inesploso. Mentre nello stesso punto alla fine di gennaio era stato piazzato un blocco di cemento sul quale era finito un Regionale provocando disagi e ritardi sulla linea.

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