I nonni senza famiglia lasciati nell'ospizio lager

Se preferiamo lasciare nonno nella casa-lager

I nonni senza famiglia lasciati nell'ospizio lager

Uno dei cliché giornalistici più impermeabili è quello degli ospizi lager: così vengono immancabilmente definite quelle case di riposo (che parola beffarda) prive di ogni autorizzazione, spesso sporche, sbrigative, lontane dal rispetto di ogni minimo standard igienico e umanitario. Uno stupro dei sentimenti, uno schizzo di fango sull'età più fragile, sui titoli di coda di vite finite tra scarafaggi, insulti e le proprie feci.

Un business meschino, un mercimonio vomitevole che fa aggio sulla nostra indifferenza di figli e nipoti, sulla nostra voglia di liberarci di quelle presenze ingombranti che sono il nostro ieri e il nostro l'altro ieri. Roba passata, muffa, da chiudere in un cassetto per non vederla nemmeno, costi quel che costi, al massimo la domenica (mica tutte, mica sempre) una visita affrettata, ché c'è la partita, con un vassoio di pastarelle che resteranno sbocconcellate.

Si comprende da casi come quello di Velletri, cittadina a un alito da Roma. Dove ieri all'alba la Guardia di finanza ha bussato per un'ispezione in una struttura dal nome ignoto ma certamente rasserenante. La scena che è apparsa agli occhi dei militari è quella che conosciamo da anni di servizi di tg locali (i nostri vecchi maltrattati non valgono quasi mai la ribalta nazionale): una badante straniera dall'italiano fantasioso e senza alcuna cognizione medica che vigilava su decine di anziani bisognosi di cure e medicinali, stanze sporche e piene di barriere architettoniche, due cani pulciosi che si aggiravano indisturbati a dare un ulteriore tocco naïf. Ci è voluto poco ai finanzieri per scoprire che a gestire la struttura c'era una coppia di coniugi che intascava ogni mese dai 1.200 ai 1.500 euro per ospite senza scomodare il fisco (non si fa, non sta bene).

I finanzieri, bravi figli, hanno chiamato i parenti perché venissero a riprendersi la mamma o il nonno e nella maggior parte si sono sentiti rispondere: «No, grazie. Teneteveli». I vecchietti sono finiti in un'altra struttura migliore. Il nostro senso della famiglia è invece rimasto lì, tra l'odore di merda e di cane bagnato.

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