C'era una petizione al Comune per chiedere un semaforo proprio lì, dove ora invece ci sono mazzi di fiori in ricordo di Tania Valguarnera. Quella lettera, presentata nel 2009 e rimasta lettera morta, avrebbe potuto salvare la vita alla ventionovenne uccisa domenica da un pirata della strada tra via della Libertà e via Cordova, nel cuore di Palermo. A presentarla, per ironia della sorte, gli stessi colleghi che l'hanno vista morire, mentre si apprestava a raggiungere il call center Almaviva, nel quale lavorava per pagarsi gli studi che l'avevano portata alla laurea. Ora non si danno pace e chiedono alla procura il pugno di ferro contro Pietro Sclafani, fuggito dopo l'incidente e arrestato subito dopo. L'uomo, che lavora come panettiere, era senza patente e sebbene l'esame delle urine sia risultato negativo, da quello del sangue risulta l'assunzione di droghe.
«Sono addolorato per quello che è accaduto - si è difeso davanti al giudice del tribunale Daniela Vascellaro nell'udienza di convalida dell'arresto -. Non faccio che pensare a questa ragazza e alla sua famiglia. Ma io non ho mai fatto uso di droghe nella mia vita». Il suo legale, l'avvocato Ninni Reina ha chiesto per lui i domiciliari, con l'applicazione del braccialetto elettronico per scongiurare il pericolo di fuga. E il giudice, per ora, si è riservato.
«Tania era un angelo, un'artista meravigliosa - racconta una collega Rossella Stella -. La famiglia è distrutta. Le uniche parole della madre sono state: ha ucciso il mio angelo... deve morire». La rabbia è grande. «Da anni chiediamo un semaforo a chiamata - spiegano - ma nessuno ha fatto nulla. Doveva scapparci il morto. Ieri eravamo eravamo affacciati alla finestra. Quell'uomo è sceso dalla macchina, ha visto il corpo ed è scappato. Una bestia».
Davanti alla sede Almaviva ieri c'è stato un sit-in di protesta ed è partita una nuova petizione indirizzata al Comune, mentre in molti call center italiani veniva rispettato un minuto di silenzio. Oggi i funerali della giovane, nella chiesa di San Giovanni Maria Vianney Curato d'Ars a Falsomiele. Il sangue di Tania non è il solo versato sulle strade italiane questi giorni da colpevoli incoscienti. Marco Zaurrini, 15 anni, era morto poche ore prima tra Celano e Paterno, travolto da una «Lupo» guidata da un automobilista, sotto effetto di alcol e droga. Il balordo, con la patente scaduta, ha provando a fuggire, dopo aver centrato in pieno il motorino su cui si trovava la vittima e coetaneo, finito in ospedale. Ieri, invece, a Sanremo una coppia che viaggiava in scooter è rimasta gravemente ferita, per colpa di un pirata della strada al volante di una Bmw con targa svizzera. L'uomo, 55 anni, ha riportato diverse fratture e la compagna, 47 anni, rischia di perdere una gamba.
Fortunatamente ha avuto un'accelerazione in Parlamento la nuova legge contro i pirati della strada, che introdurrà nell'ordinamento il reato di omicidio stradale. «Il provvedimento in parte è stato già votato - spiega Giuseppe Cucca (Pd), relatore della norma - e se dovessimo avere il parere della quinta commissione sugli emendamenti all'articolo 6, potremmo chiuderla anche in settimana. L'esame poi passerà all'Aula in tempi brevi e sarà un deterrente importante».
La nuova normativa prevede infatti detenzione da 8 a 12 anni senza condizionale, un inasprimento delle sanzioni, tra cui revoca della patente, e l'impossibilità della restituzione prima di 30 anni per far capire che non bisogna guidare quando si beve o si fa uso di droghe.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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