Cronache

Così i turisti trattano l'Italia

A Venezia diversi episodi di turisti nudi in acqua di giorno e di notte, mentre a Pompei è stata fermata una tedesca con un reperto che voleva rivendere per acquistare un iPhone

Così i turisti trattano l'Italia

Il degrado delle città italiane non sempre si può attribuire agli amministratori locali. Certo, come nel caso di Roma, il sindaco Marino ha forti resposnabilità su una città che ormai è allo sbando, ma c'è un altro degrado che ha mani straniere e che tocca il cuore delle nostre città. I turisti da giugno a settembre invadono le nostre città. Ben vengano, mettono in moto l'economia e fanno crescere un Pil che con le le riforme di Renzi resta sempre fermo al palo. Ma c'è modo e modo di fare turismo. Venezia ad esempio non è più qulla malinconica e misteriosa che siamo stati abituati ad apprezzare al cinema o tra le note di Guccini. No, è diventata una sorta di acqua park a cielo aperto. Lo "sbraco" vacanziero e il clima torrido di queste settimane stanno moltiplicando i casi di turisti che girano per Venezia come fossero in spiaggia, in barba ai divieti e alle ordinanze sul decoro pubblico. (Gallery)

Non solo gente a torso nudo o in bikini tra le calli, ma anche tuffi e nuotate in bacino San Marco. Il caso più eclatante, rimbalzato sui social network con tanto di foto, è quello di uno sconosciuto vacanziere che ieri mattina - riferiscono i quotidiani locali - si è tuffato in Canal Grande, all’altezza di Rialto, ed è riemerso completamente nudo, asciugandosi poi e rivestendosi come nulla fosse sulla riva. Una scenetta che qualche veneziano ha ripreso con un telefonino, diffondendo la foto del "bagnante" in costume in piena città. Casi isolati, scene che durano qualche minuto, e non consentono ovviamente alla polizia municipale di identificare il singolo trasgressore che, in questa situazione, oltre all’ammenda per il divieto di balneazione nelle acque cittadine (50 euro di multa) rischiava anche la denuncia per oltraggio al pudore. La stagione era partita già con un campeggio abusivo sul ponte di Calatrava. Un "campeggiatore", lo scorso giugno aveva deciso di posizionarsi per la notte in corrispondenza del ponte di Calatrava, posto strategico per poi partire alla scoperta della città. Per la notte trascorsa in laguna questo visitatore non ha dovuto pagare alcunché: né imposta di soggiorno, né tariffa di uno qualsiasi degli alberghi che affollano il centro storico. Ripartendo con ogni probabilità alle prime ore dell'alba in sella alla propria bicicletta. Qualcun'altro invece ha piazzato la sua tenda in un angolo, addossandola al retro della Scuola grande di San Rocco. I numerosi visitatori in coda per entrare ad ammirare le opere del Tintoretto non si sono accorti di nulla, visto che il passaggio in Castelforte San Rocco è limitato. Un altro campeggiatore abusivo ha deciso di piazzarsi in campo Santa Maria Formosa non ha scelto un angolino appartato dietro la chiesa, o una calle meno in vista, si è piazzato apertamente tra l’entrata principale del tempio e il canale di Santa Maria Formosa. Non solo: è rimasto a dormire ben oltre l’alba. Ma l'attacco alle nostre città non finisce qui. I turisti non amano più i negozi di souvenir, preferiscono portare a casa direttamente i reperti archeologici.

I carabinieri infatti hanno denunciato un turista, minorenne, per il furto di reperti all’interno degli Scavi di Pompei. È un sedicenne olandese, residente in Germania che, come accertato dai militari, aveva rubato i frammenti di una tegola e di un’anfora, raccolti da terra nelle vicinanze di via dell’Abbondanza e riposti nel suo zaino. A segnalarlo è stato un altro turista che ha assistito alla scena e ha avvertito i carabinieri del posto fisso Scavi di Pompei. I reperti sono stati restituiti alla Soprintendenza.
Dopo le formalità di rito il minorenne, denunciato a piede libero per furto aggravato, è stato riaffidato ai genitori. Ai carabinieri avrebbe detto che pensava di mette in vendita on line gli oggetti rubati e di acquistare con il ricavato un iPhone, ultima generazione.

Il melafonino vale più della nostra storia.

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