Pfizer avrebbe alzato il prezzo del vaccino anti-Covid. Il siero usato per combattere il coronavirus e già considerato il più costoso tra quelli in circolazione sarebbe diventato ancora più caro. A renderlo noto, dopo alcune indiscrezioni riportate settimane fa da Business Insider, è stato il premier bulgaro Boyko Borissov.
Stando a quanto sostenuto dal presidente bulgaro, la Commissione europea avrebbe "firmato contratti con Pfizer per la fornitura di 900 mln di dosi di vaccini Covid-19 nel 2022 e 2023 per 19,50 euro a dose, rispetto ai 12 euro che costavano in passato". Inizialmente, spiega Borissov, il vaccino "costava 12 euro, poi è diventato 15,50 euro. Attualmente si stanno firmando contratti per 900 milioni di dosi al prezzo di 19,50 euro". Un brusco aumento di prezzi per il siero riservato in Italia agli ultra ottantenni e al personale sanitario, per la cui efficacia è necessario, tra l'altro, la somministrazione di due dosi per ogni persona. "Parliamo di 19,50 euro per 900 milioni che fanno in totale quasi 18 miliardi di euro", ha sottolineato il leader bulgaro, mettendo l'accento sul cambiamento dei costi dall'inizio della pandemia ad oggi. Finora la Commissione europea ha evitato di rivelare il prezzo dei vaccini, anche se lo scorso dicembre la sottosegretaria belga, Eva De Bleeker, li aveva condivisi per errore su Twitter: stando a quella tabella, una dose di AstraZeneca sarebbe costata 1,78 euro, mentre una dose di Pfizer 12 euro.
Ora, secondo Borissov sarebbe già in atto un aumento nei prezzi, dati i nuovi contratti a 19,50 euro a dose. Per questo, secondo quanto riporta Agi, il premier bulgaro ha chiesto che vengano stanziati nei bilanci fondi più consistenti per l'acquisto dei vaccini. A sottolineare la necessità di ulteriori "due miliardi di dosi" è stato anche Stefan de Keersmaecker, portavoce della Commissione europea che, in relazione alle parole di Boyko Borissov ha precisato: "Abbiamo avviato un nuovo contratto dopo averne discusso in seno al comitato direttivo e aver ricevuto il via libera dei Paesi membri". L'obiettivo, ha sottolineato il portavoce, è quello di "farci trovare pronti al prossimo livello della pandemia nel 2022 e oltre", quando sarà necessario "un secondo richiamo per far fronte alle varianti presenti e future".
Nessuna conferma, invece, circa il possibile aumento dei prezzi delle dosi, per i quali il portavoce della Commissione Eric Mamer ha invitato "a non fare confronti diretti tra i primi accordi di acquisto anticipato e questi contratti perché sono diversi".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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