Il ministro dello Sviluppo economico e vicepremier, Luigi Di Maio, ha definito "un pasticcio" la procedura di vendita dell'Ilva ad Arcelor Mittal e ha provato a ricucire i rapporti con il ministro dell’Economia Tria, assicurando che "nessuno ne ha chieste le dimissioni".
Così, durante l’informativa urgente sull’Ilva alla Camera, all’indomani della lettera dell'Anac sulle criticità riscontrate nella vendita, Di Maio ha affermato che nella procedura di gara per la cessione dell’Ilva "è stato leso il principio della concorrenza". Il vicepremier è piuttosto chiaro: "La procedura è stato un pasticcio, le regole del gioco sono state cambiate in corsa. L'Anac ha confermato le nostre preoccupazioni sulla procedura di gara". Ma il ministro non si ferma qui e infila il dito nella piaga: "Ricordo che c'era chi ci prendeva in giro questo governo dicendo che stavamo perdendo tempo studiando 23mila pagine. Credo che abbiamo proprio fatto bene perchè Anac ha confermato tutte le criticità. E meno male che quelli di prima erano i competenti. L'Anac ha rilevato che nelle procedura di gara il tema dei rilanci era scritto malissimo, era scritto che si poteva fare ma non in che maniera. Ed è inspiegabile che nessuno se ne sia accorto e che è rimasto tutto sotto silenzio".
Di Maio, poi, ha anche annunciato che chiederà "subito chiarimenti ai commissari" e avvierà "un’indagine all’interno del ministero". "Abbiamo intenzione di andare fino in fondo e capire chi non ha sorvegliato e chi si ostina a dire che è tutto in regola. Questo non è accettabile", rincara la dose il vicepremier.
Durante l'informativa urgente sull'Ilva, Di Maio ha anche annunciato che presto "arriverà una nuova proposta da parte di Arcelor Mittal". "Qui si sta giocando con la salute delle persone, non è solo una questione di procedure di gara, perché queste criticità riguardano la salute di tanti cittadini di Taranto - ha concluso il ministro -. Se si è fatta una procedura di gara che non ha messo al centro il massimo delle tutele occupazionali, delle tutele ambientali e della salute, allora politicamente ne dovrà rispondere chi ha fatto questa procedura".
Ma le parole di Luigi Di Maio fanno immediatemente discutere chi in questa storia c'entra, l'ex ministro dello Sviluppo economico.
Carlo Calenda, infatti, ha subito twittato: "Caro @luigidimaio hai detto in Parlamento cose gravi e false. Minacciare indagini interne al Mise è vergognoso. La responsabilità sulla gara è mia. A differenza tua non ho bisogno di inventarmi manine. E assumiti la responsabilità di annullare la gara se la ritieni viziata".
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