C’è l’inchiesta sulla tragedia di un paziente oncologico che è finito ustionato a causa dell'incendio che sarebbe stato scatenato dal corto circuito al macchinario cui era stato collegato. Dopo un’agonia lunga un mese, l’uomo – un 65enne pugliese – è morto e adesso la Procura apre un’inchiesta per capire quali siano state le cause del malfunzionamento della strumentazione e se ci sia un nesso diretto tra le ustioni riportate e la morte del paziente stesso.
Il dramma s’è consumato ad agosto, in provincia di Salerno all’ospedale Tortora di Pagani. Dietro consiglio del medico oncologo, un 65enne di Andria aveva deciso di intraprendere le cure nella struttura sanitaria campana, all’avanguardia per la cura dei tumori. All’uomo era stato diagnosticato un cancro al fegato.
Stando a quanto riportano La Città di Salerno e Il Mattino, l’uomo era stato collegato a un macchinario elettroterapico per verificare le sue condizioni e valutare la gravità della sua malattia quando, a causa di un cortocircuito, la strumentazione ha preso fuoco. Le fiamme sono divampate dalla macchina e hanno aggredito il paziente già prima dell’intervento del personale della struttura che ha sedato l’incendio grazie a un estintore.
L’uomo, però, aveva già riportato diverse ustioni, alcune delle quali di grave entità, sul 10% del corpo.
Dopo un mese di agonia, in cui il corpo già indebolito e debilitato dalla grave malattia epatica che gli era stata diagnostica aveva dovuto lottare anche contro i danni subiti a causa dell’incendio, il 65enne di Andria è spirato. Disposta l’autopsia, è partita l’inchiesta dopo la denuncia dei familiari che hanno deciso di volerci vedere chiaro.Per il momento sono sei le persone iscritte nel registro degli indagati.
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