Incendio al poligono, chiesti due anni e sei mesi per l'ex sindaco Pd

All'epoca dei fatti Nicola Minarelli, oggi segretario provinciale Pd a Ferrara, era sindaco di Portomaggiore. Secondo l'accusa il poligono che prese fuoco causando tre vittime non era in reagola e l'amministrazione non avrebbe vigilato

Il poligono di tiro di Portomaggiore dopo la tragedia
Il poligono di tiro di Portomaggiore dopo la tragedia

Due anni e sei mesi di reclusione per omicidio colposo e disastro colposo, a causa dell'incendio al poligono di tiro che il 10 gennaio del 2016 causò la morte di tre persone. Questa la richiesta di condanna formulata nelle scorse ore dal pubblico ministero Ombretta Volta nel processo che vede imputato Nicola Minarelli, attuale segretario provinciale del PD ferrarese e all'epoca dei fatti primo cittadino di Portomaggiore, il Comune dell'Emilia - Romagna dove si trovava la struttura. In base a quanto riportato dai media locali, all'esponente "dem" è stata addossata in soldoni la responsabilità di aver tollerato (o comunque di non aver non effettivamente impedito) la gestione del poligono sopracitato che sarebbe risultata a posteriori non del tutto in regola per quel che concerne alcuni aspetti legati alla sicurezza.

Una responsabilità che, sempre secondo l’accusa, ricadrebbe dunque in ambito penale. L’ex-sindaco dem, dal canto suo, ha sempre mostrato collaborazione nelle indagini e questo, in aula, gli sarebbe stato riconosciuto. La difesa avrebbe invece fatto presente come Minarelli fosse venuto a conoscenza della presenza dell'area di tiro solo in maniera accidentale, nel 2015. E dopo esserne venuto a conoscenza, si sarebbe attivato con i tecnici comunali, con i vigili del fuoco e con le forze dell'ordine per acquisire informazioni. Ma la vicenda non sarebbe finita qui, nemmeno sul piano legale: secondo FerraraToday ci sarebbe ancora Unicredit, proprietaria dei muri dello stabile, che chiede 110mila euro di provvisionale. Poi ci sono i familiari delle tre vittime (tre uomini che all'epoca dei fatti avevano rispettivamente 73, 65 e 57 anni) che tramite i rispettivi legali avrebbero sottolineato la gravità del comportamento tenuto dal politico.

Infine c’è l’avvocatura generale dello Stato, che chiede invece l’assoluzione in quanto l’idea di fondo è che lo stesso Minarelli si sarebbe semplicemente fidato dei pareri tecnici che gli vennero forniti. Quello riguardante l'ex-primo cittadino è il secondo filone d’inchiesta sulla tragedia del poligono. La prima tranche vide infatti finire sotto la lente degli inquirenti Fabio e Stefano Ghesini, padre e figlio nonché presidente e segretario dell’Asd Poligono (che gestiva la struttura) e Paola Rubbi tesoriera dell’associazione sportiva.

Questi ultimi hanno però già definito le proprie posizioni davanti alla giustizia. Al termine dell'udienza, il giudice ha disposto il rinvio al 13 gennaio prossimo per eventuali repliche. E per la sentenza, che chiudere sulla carta un processo iniziato ormai più di un triennio fa.

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