Ingroia indagato per peculato

L'ex pm è indagato per i rimborsi sulle trasferte come amministratore della Sicilia e servizi. Ombre pure sul bonus per i risultati

Ingroia indagato per peculato

Antonio Ingroia è indagato per peculato. L'ex pm di Palermo, attualmente amministratore della società della Regione, Sicilia e servizi, è stato ascoltato questa mattina dai pm in procura. Come riporta Repubblica Palermo, avrebbe percepito una serie di rimborsi per trasferte in modo indebito proprio per il suo incarico di amministratore della società. E a finire nel mirino degli inquirenti sarebbe anche quell'indennità di risultato che lo stesso Ingroia ha assegnato a se stesso.

Per il momento dalla Procura c'è il massimo riserbo sulla vicenda. L'indagine è coordinata dal procuratore aggiunto, Dino Petralia e dai pm Piero Padova ed Enrico Bologna. A finire sotto inchiesta è il periodo che va dal 2014 al 2016. Ingroia avrebbe intascato in modo indebito i rimborsi per trasferte che ammontano a 30 mila euro in cui vengono incluse le spese di vitto, alloggio nonostante fossero previsti soltanto rimborsi per i viaggi. L'ex pm si è difeso, come riporta il suo legale, Mario Serio, sostenendo che la nroma includa nei rimborsi anche le spese di vitto e di alloggio. Per quanto riguarda il bonus sui risultati, secondo l'accusa con un utile di 33mila euro, Ingroia si sarebbe "premiato" con una indennità di 117mila euro. E questa somma avrebbe procurato anche un deficit nel bilancio.

"Oggi sono stato convocato in Procura a Palermo per dare spiegazioni - racconta Ingroia- e ho fatto presente ai magistrati il mio stupore perché la contestazione nei miei confronti si basa su una legge del 2006 abrogata nel 2008 dalla legge 133 (art. 61, comma 12)". Per quanto riguarda in particolare il cosiddetto premio di indennità da risultato, spiega ancora l'ex pm "si tratta di un riconoscimento previsto dalla legge in caso di raggiungimento di determinati obiettivi e serve a integrare una indennità certamente non commisurata alle grandi responsabilità in capo all'amministratore di una società come Sicilia e-Servizi, che gestisce svariate decine di milioni di euro ogni anno. Inoltre, va puntualizzato che il diritto all'indennità non me lo sono certamente attribuito io ma mi è stata riconosciuta dall'assemblea dei soci e segnatamente dalla Regione Sicilia". Per quanto riguarda invece il capitolo relativo alle spese di viaggio Ingroia ricorda che all'atto della sua nomina ad amministratore unico della partecipata era già residente a Roma da tempo.

"La legge prevede, in caso di nomina di professionisti residenti fuori sede -dice-, il rimborso delle spese di viaggio, ossia trasporto, vitto e alloggio, così confermato da più pronunce della Corte dei Conti. Spese tra l'altro contenute, come ho avuto modo di dimostrare alla Procura, sulla base di un regolamento dei rimborsi spese che io per la prima volta ho introdotto a Sicilia e-Servizi".

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