Cronache

Sperona e uccide la sorella: "Ha un compagno trans, volevo darle una lezione"

Ad inseguire e speronare Maria Paola sarebbe stato il fratello perché non tollerava che la sorella avesse una relazione con un'altra donna

Sperona e uccide la sorella: "Ha un compagno trans, volevo darle una lezione"

Una tragica fatalità. Non era sembrata che questa la morte di Maria Paola Gaglione, una ventiduenne del Parco Verde di Caivano, alla periferia Nord di Napoli, finita all'asfalto con lo scooter nella tarda serata di venerdì 11 settembre. Ma le indagini dei carabinieri hanno fatto emergere una verità ben più amara e spiazzante: sarebbe stato il fratello a speronarla per via di una presunta relazione che la giovane avrebbe intrattenuto con un'altra donna transgender.

L'incidente

Le notizie che si sono rincorse a tarda notte raccontavano di una giovane caduta dal motorino per avuto alle calcagna uno scooter con a bordo uno sconosciuto alla guida spericolata. Nulla di più che un terribile incidente stradale in cui, purtroppo, aveva perso la vita una 22enne del Parco Verde di Caivano ed un altro passeggero era rimasto ferito. Maria Paola ha sbattuto contro il tubo di un impianto d'irrigazione e sarebbe deceduta su colpo. Il ''pirata della strada'' non le avrebbe prestato soccorso ma si sarebbe scagliato altresì contro l'altro ragazzo che, per fortuna, ha riportato lesioni di lieve entità. La vicenda sembrava destinata ad essere archiviata rapidamente, nonostante la gravità della circostanza, fino a quando i militari dell'Arma non hanno disvelato il movente di un delitto in piena regola. Quasi fosse una sorta di spedizione punitiva, a speronare Maria Paola sarebbe stato il fratello, Antonio Gaglione, trent'anni, perché non tollerava che la sorella avesse una relazione Lgbt. Stando a quanto si apprende da indiscrezioni a vario titolo, la vittima era in coppia con un transgender, biologicamente di sesso femminile ma, nella fattispecie, un uomo.

"Volevo dare una lezione a mia sorella''

"Ho fatto una stronzata. Non volevo uccidere nessuno, ma dare una lezione a mia sorella e soprattutto a quella là (la compagna ndr) che ha 'infettato mia sorella che è stata sempre 'normale". Così Antonio Gaglione ha spiegato ai carabinieri della caserma di Acerra, diretta dal maresciallo Giovanni Caccavale, le motivazioni del folle gesto. Dichiarazioni agghiaccianti, rese dal fratello della giovane a poche ore dallo speronamento fatale: ora è in carcere per omicidio e violenza privata aggravata da omofobia.

''Una legge contro l'omotransfobia''

''La morte di Maria Paola Gaglione, 18enne di Caivano del Parco Verde, Napoli, è la storia di una ragazza lesbica, non accettata dalla famiglia e maltratta per questo lei e la compagna accusata di averla 'infettata con l’omosessualità. Storia terribile, finita venerdì con lo speronamento del motorino e l’aggressione alla compagna, da parte del fratello di Paola, mentre fuggivano per la libertà. Il Fratello è ora agli arresti, come appreso dalla stampa''. Così Fabrizio Marrazzo, portavoce del Gay Center: ''Quanto accaduto, dimostra quanto siano duri i contesti che da tempo denunciamo con il nostro numero verde Gay Help Line 800 713 713 - dichiara il responsabile Gay Help Line - per questo serve una legge seria contro l’omotransfobia, che prevenga situazioni di questi tipo e che senza dubbi condanni le dichiarazioni che vedono l’omosessualità come una malattia o qualcosa di inferiore, mentre l’emendamento 'Salva Opinioni Omofobe», voluto da Costa (ex FI) ed approvato dalla maggioranza, renderebbe queste espressioni lecite. Espressioni e pregiudizi per i quali Paola è stata uccisa. Questo emendamento va cambiato e vanno resi certi i supporti per i centri di protezione, da noi richiesto e previsti dalla legge contro l’omotransfobia, che potevano garantire una protezione e la libertà a Paola ed alla compagna, che ora la commissione bilancio sembra che li voglia ulteriormente limitare.

Chiediamo giustizia per Paola, il colpevole non è solo il fratello, ma anche gli altri familiari che la hanno maltrattata ed hanno consentito quanto accaduto senza proteggerla e senza denunciare'', conclude.

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